Messico: al via la coltivazione di canapa con THC fino all’1%

Canapa economia e politica Canapicoltura e infiorescenze //
In questo articolo
1 / Regolamento e Condizioni
2 / La coltivazione della canapa in Messico
3 / Il futuro della canapa in Messico

In Messico la Commissione Federale per la Protezione contro i Rischi Sanitari (COFEPRIS) ha rilasciato un’autorizzazione sanitaria ad un’azienda per l’ importazione, la semina, la coltivazione e la raccolta di canapa per scopi industriali, con THC fino all’1%.

Lo ha riferito in esclusiva nei giorni scorsi la testata El Planteo, spiegando che l’azienda in questione è Semillas Endemicas Mexicanna SA de CV e che questo passaggio rappresenta un’evoluzione importate per il settore in Messico.

Regolamento e Condizioni

Nella documentazione ufficiale vengono descritte in dettaglio le condizioni alle quali può operare Semillas Endemicas Mexicanna SA de CV: il permesso comprende l’importazione di semi, la lavorazione della canapa per l’estrazione del cannabidiolo (CBD) e la sua commercializzazione, purché il contenuto di THC nelle piante non superi l’1%.

COFEPRIS sottolinea che “l’autorizzazione sanitaria richiesta deve garantire che la pianta produca concentrazioni pari o inferiori all’1% di THC e nelle condizioni di monitoraggio, controllo e sicurezza che l’autorità competente ritiene opportune per tutelare la salute e l’ordine pubblico”.

La coltivazione della canapa in Messico

Per rispettare la normativa, l’azienda deve presentare un certificato di analisi rilasciato da un’autorità competente o da un laboratorio autorizzato, che attesti che il contenuto di THC soddisfa il limite consentito. Inoltre, se i prodotti vengono importati, devono rispettare le disposizioni applicabili ai prodotti esteri.

COFEPRIS chiarisce che, allo stato attuale, non può valutare le condizioni per la coltivazione della canapa a causa dell’assenza di una normativa specifica per tale attività. “L’assenza di norme che incidono sul seme stesso, nella sua sfera di competenza, rende impossibile valutare le condizioni che consentono la semina della canapa”, evidenzia il documento.

Questo sviluppo rappresenta un passo importante per l’industria della canapa in Messico, in linea con l’articolo 245 della Legge Generale sulla Salute, che consente la commercializzazione, l’esportazione e l’importazione di prodotti con THC inferiore all’1%, purché siano soddisfatti i requisiti sanitari stabiliti.

L’autorizzazione non è un via libera illimitato, poiché COFEPRIS sottolinea che “la suddetta tutela non si traduce in un’autorizzazione libera e senza restrizioni che consenta il mancato rispetto delle diverse normative applicabili al caso”.

Il futuro della canapa in Messico

Con questa autorizzazione, Semillas Endemicas Mexicanna SA de CV ha l’opportunità di guidare la produzione e la lavorazione della canapa industriale in Messico. Ciò potrebbe stimolare nuovi investimenti e opportunità nel settore, favorendo un mercato più regolamentato e sicuro per i prodotti della canapa.

Tuttavia, il settore deve ancora affrontare sfide significative, inclusa la necessità di stabilire norme chiare e specifiche che regolamentino tutte le fasi del processo, dalla semina alla commercializzazione.

Intanto il Messico si allinea ai Paesi che permettono la coltiavzione di canapa con il limite di THC fissato all’1% come già accade ad esempio in Svizzera, ma anche in Repubblica Ceca o Ecuador, mentre in Europa rimane allo 0,3%. È evidente come, permettere una percentuale più alta di THC, che non ha comunque effetti psicotropi a quelle concentrazioni, permette agli agricoltori di lavorare con maggiore tranquillità e di sperimentare maggiormente soprattutto per quanto riguarda la produzione di CBD o altri cannabinoidi, visto che ad oggi rimane molto complesso aumentare i livelli di un determinato cannabinoide in una genetica di canapa, senza che aumentino i livelli anche degli altri.

Redazione di Canapaindustriale.it

Altri articoli che potrebbero interessarti...