Canapa del Sud, un distretto agro-industriale per la canapa in Campania: al via la raccolta fondi

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1 / Hemp Farm Lab e la cooperativa agricola Canapa del Sud

E’ stata una delle regioni italiane a maggior vocazione canapicola e vuole tornare ad esserlo. In quest’ottica ha preso il via la raccolta fondi organizzata da Hemp Farm Lab e Canapa del Sud per valorizzare l’uso zootecnico di alcune parti della pianta di Cannabis Sativa L. e supportare così la nascita del distretto “Canapa del Sud”. I dettagli nell’intervista a Valentina Capone, presidente di Canapa del Sud.

Hemp Farm Lab e la cooperativa agricola Canapa del Sud

Il Centro Operativo Sviluppo Canapa del Sud è una cooperativa agricola nata nel 2018 da un’idea di Hemp Farm Lab, laboratorio che punta su ricerca, sviluppo e innovazione, e che racchiude in sè 25 aziende agricole per un totale di circa 50 ettari coltivati a canapa — tra Avellino, Caserta, Napoli e Salerno — per la produzione di canapa da semi per il settore alimentare e di canapa da fiore per quello industriale.

Obiettivo principale del progetto è reintrodurre la produzione e la lavorazione di Canapa Sativa L. nel Sud Italiacreando un sistema di agricoltura sostenibile basata sull’economia circolare. Hemp Farm Lab e Canapa del Sud, inoltre, basano la propria produzione nell’ottica di una filiera corta, trasformando in loco la canapa raccolta e favorendo un sistema di cooperazione con altre realtà agricole, artigianali ed industriali, sia territoriali che extraterritoriali, per la produzione di canapa italiana d’eccellenza e la realizzazione di prodotti derivati innovativi, di qualità e tracciabili.

Insieme a Hemp Farm Lab, la cooperativa, che oggi costituisce un polo aggregante seguendo i produttori dalla semina alla raccolta per poi operare in proprio la trasformazione della canapa conferita dai soci, ha ora dato vita a una raccolta fondi su GoFundMe.com per valorizzare l’intera pianta, compresi gli steli e gli scarti di produzione e creare un vero e proprio distretto della Canapa in Campania.

Per saperne di più abbiamo intervistato Valentina Capone, presidente di Canapa del Sud.

Valentina Capone, presidente di “Canapa del Sud”

Come sono nati questo progetto e l’idea di creare un distretto della canapa in Campania?
Il progetto Hemp Farm Lab nasce ben 8 anni fa, come azienda agricola familiare di prima generazione, con l’obiettivo di utilizzare la Canapa Sativa L. per creare una nuova sinergia tra Agricoltura e Industria al fine di contribuire alla riconversione di processi industriali ad alto impatto ambientale e di fornire nuove materie prime per la realizzazione di prodotti finiti biodegradabili ed ecocompatibili.
L’esperienza e le competenze acquisite hanno portato la società agricola a fare da capofila per la costituzione, nel 2018, di una cooperativa agricola “Canapa del Sud” in grado di rappresentare un punto di riferimento sia dal punto di vista burocratico-amministrativo che tecnico-agronomico, oltre a un polo di prima trasformazione della Canapa, per tutti gli agricoltori che intendevano inserire in rotazione colturale questa pianta e per tutti i neofiti interessati ad avviare un’attività economica legata a questa coltura. Il distretto della Canapa in Campania nasce dall’esigenza di meccanizzare tutti i processi legati alla lavorazione post raccolta ed alla trasformazione della Canapa — con particolare riferimento agli steli della pianta che purtroppo a oggi, contro ogni logica, rappresentano uno scarto di produzione — e dalla volontà di strutturare una filiera corta completa e autosufficiente per la realizzazione e l’immissione sul mercato di prodotti innovativi e di elevata qualità a denominazione comune e controllata per garantire ai propri partner commerciali e ai consumatori finali tracciabilità, qualità e continuità fornitura prodotto.

Ci può parlare più nel dettaglio dell’obiettivo della raccolta fondi?
In Campania, come d’altronde nel resto d’Italia, attualmente le aziende agricole operanti nel settore canapicolo riescono a valorizzare solo la parte apicale della pianta, in quanto manca tutta la fase di meccanizzazione per la raccolta e la lavorazione degli steli di Canapa dai quali è possibile, invece, ricavare fibra e canapulo che rappresentano risorse preziosissime per la fornitura di nuove materie prime a svariati settori industriali.
L’obiettivo della raccolta è, dunque, reperire risorse finanziare per riuscire finalmente a strutturare la filiera campana della Canapa attraverso l’acquisto di attrezzature agricole innovative e attraverso l’investimento in impianti in grado di trasformare e valorizzare tutte le parti della pianta così da riuscire finalmente a sfruttare a pieno il potenziale di questa antichissima e nobile risorsa fortemente e tradizionalmente legata al nostro territorio.

La canapa può essere utilizzata in modi e settori diversi, da quello dell’energia a quello zootecnico, passando per l’edilizia e l’alimentare. A quali settori si rivolge, nello specifico, il vostro progetto?
Avendo scelto la Canapa per la sua estrema versatilità e per l’impatto trasversale che ha con diversi comparti artigianali e industriali, il nostro progetto ha l’ambizione di riuscire a valorizzare a pieno questa pianta per dimostrarne l’enorme valore aggiunto per Uomo e Ambiente. La nostra cooperativa a oggi produce Canapa a destinazione alimentare e a destinazione estrattiva, il prossimo step sarà: in primis valorizzare gli scarti di queste produzioni per ottenere prodotti a destinazione zootecnica e prodotti di applicazione tecnico-industriale; poi trasformare gli steli di Canapa per realizzare in proprio lettiere organiche e per ricavare materie prime da fornire al settore dell’edilizia per la realizzazione di biocompositi.

Quale sarà il primo passo che compirete una volta conclusa la raccolta fondi? Qual è, al momento, la vostra priorità?
La nostra priorità è meccanizzare tutte le fasi legate alla produzione, alla raccolta e alla trasformazione della Canapa così da essere competitivi con l’offerta degli operatori di filiera esteri ed in modo da realizzare un circuito agroindustriale a scarto 0. Le risorse ottenute dalla raccolta fondi saranno, dunque, utilizzate per la realizzazione di una linea di lavorazione completa della Canapa con conseguente strutturazione di un Distretto a cui i produttori agricoli di Canapa potranno far riferimento per trasformare, a prezzi convenzionati e calmierati, i loro scarti di produzione o semplicemente per conferire gli scarti ottenendo, così, un aumento del loro reddito agrario.
Grazie alle sinergie e alle convenzioni attivate con diversi Dipartimenti Universitari, sia della Federico II che dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, abbiamo avuto la possibilità di raccogliere dati e informazioni utili all’immissione sul mercato di nuovi e innovativi prodotti che potranno, finalmente, essere realizzati proprio grazie alla costituzione del Distretto che fungerà, insomma, da anello di congiunzione tra il comparto della produzione agricola e quello industriale.

Quali sono le realtà che vi stanno supportando a livello nazionale e a livello locale?
Siamo molto soddisfatti del lavoro che sta compiendo a livello nazionale l’associazione Canapa Sativa Italia che ben rappresenta, a nostro avviso, le esigenze del settore canapicolo italiano e che sta svolgendo un eccellente lavoro presso il tavolo tecnico istituito al Ministero dell’Agricoltura, mentre a livello locale abbiamo il pieno supporto delle nostre organizzazioni sindacali di riferimento: Coldiretti e UECoop. Il contatto diretto e costante con queste ultime ci ha consentito di avviare nell’ultimo anno un confronto costruttivo con l’assessorato all’agricoltura della Regione Campania.

Quello di Canapa del Sud è un progetto nato nel 2018. Come si è evoluta la situazione in questi anni? Avete avuto altre adesioni sul territorio? L’interesse è in crescita?
Canapa del Sud, seppur giovane come cooperativa agricola, ha saputo cogliere il fermento legato a questo neonascente settore economico riscontrando l’interesse e l’adesione, fin dalla fase di start up, di molte realtà agricole regionali ed extraregionali. La platea sociale della cooperativa è cresciuta negli anni in maniera esponenziale contando ad oggi oltre 30 adesioni. Nel nostro Paese, come d’altronde nel resto d’Europa e del Mondo, l’interesse per il settore canapicolo è in costante crescita; ciò che purtroppo rappresenta un enorme limite alla naturale evoluzione di questa filiera è la mancanza, a oggi, di un quadro normativo completo.

Quali limiti incontra, dal suo punto di vista, il settore della canapa industriale in Italia e, in particolare, in Campania?
Come anticipato, ciò che danneggia fortemente tutti gli operatori del settore ostacolando una naturale evoluzione della filiera è la mancanza di un quadro normativo chiaro e completo. A mio avviso è inammissibile che dalla Legge 242/2016 — che ci tengo a sottolineare si configura come legge di promozione della filiera canapicola in Italia — a oggi non si sia provveduto a completare il quadro normativo con linee guida relative alle diverse applicazioni e destinazioni d’uso della pianta. Tale negligenza ha causato negli anni e continua a causare ingenti danni a quanti come noi hanno investito per creare attraverso la Canapa opportunità di sviluppo economico e territoriale sostenibile.
Noi, come del resto tutti gli operatori del settore canapicolo, non ci sentiamo né tutelati né garantiti nel nostro lavoro nonostante siamo chiamati ad assumerci le stesse responsabilità e gli stessi oneri degli operatori legati ad altri settori produttivi. A parità di doveri non corrisponde la parità di diritti e così ci vediamo costretti sempre a riformulare e rimodulare le nostre strategie aziendali per riuscire a sopravvivere nella paludosa giungla in cui la politica italiana ci ha confinato. Ci auguriamo, dunque, che la politica italiana colga l’enorme potenziale della risorsa Canapa, che ben si presta a rappresentare una nuova opportunità di crescita economica per il nostro Paese, e che si arrivi finalmente alla piena legittimazione del nostro lavoro.

La disparità tra diritti e doveri del settore però sembra paradossale.
Lo è. Nonostante la nostra attività sia autorizzata e riconosciuta e nonostante le qualifiche e i requisiti oggettivi per lo svolgimento della nostra attività con conseguente iscrizione a Enti e Organi competenti in materia, abbiamo, a oggi, un raggio di azione molto limitato in quanto non possiamo lanciare campagne di sponsorizzazione online legate alla nostra attività e ai nostri prodotti, non possiamo utilizzare piattaforme ordinariamente utilizzate per le vendite online, non possiamo utilizzare circuiti e dispositivi abitualmente utilizzati per gli incassi da vendite online. Insomma, noi del settore Canapa abbiamo lo stesso carico di oneri e responsabilità degli operatori di altri settori ma non abbiamo pari opportunità e pari strumenti per veicolare il nostro messaggio e conseguentemente la vendita dei nostri prodotti. Soprattutto per questo abbiamo deciso di utilizzare uno strumento come quello messo a disposizione dal portale GoFundme.com per far conoscere il nostro progetto con l’auspicio che testate come la vostra possano fare da eco e accendere i riflettori su un settore che può rappresentare un volano di sviluppo per l’intero Paese.

Prima di salutarla vorrei parlare di uno vostro successo. Tra i vostri prodotti di Canapa del Sud c’è anche il “Canffè”, un prodotto innovativo che avete realizzato in sinergia con una torrefazione del vostro territorio. È un progetto molto interessante. Ce ne può parlare nel dettaglio?
Il “Canffè”, caffè di canapa (disponibile sia in formato moka che cialde), è uno dei prodotti più innovativi da noi realizzati a km zero in collaborazione con una torrefazione del territorio. Il prodotto, ottenuto dalle migliori selezioni di canapa miscelate con qualità pregiate di caffè, per le sue importanti proprietà è stato oggetto di pubblicazione scientifica della ricercatrice prof.ssa Severina Pacifico.
Il progetto nasce per studiare l’interazione di alcune molecole presenti nella Canapa Sativa L. con la caffeina ed è stato seguito e supportato, per la parte scientifica, dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali, Biologiche e Farmaceutiche dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Le analisi sul prodotto, effettuate presso il laboratorio della ricercatrice prof.ssa Severina Pacifico, hanno evidenziato che il “Canffè” si configura come una bevanda funzionale e dalle incredibili proprietà: attraverso il lavoro di laboratorio svolto sul prodotto, infatti, è stato possibile dimostrare come l’azione del Cannabidiolo contrasta gli effetti negativi della caffeina sull’organismo umano contribuendo a una diminuzione dello stress, a migliorare l’attenzione ed aumentare la produttività tanto che il “Canffè” è stato definito il “caffè dello studente”. Grazie alla formulazione studiata, l’effetto del Cannabidiolo sulla caffeina è tale per cui anche i soggetti che non possono abitualmente assumere caffeina, a causa di talune patologie, riescono tranquillamente a consumare il prodotto traendone beneficio. Molto interessante anche il profilo dei valori nutrizionali che evidenzia un prodotto ricco di Potassio, Ferro, Magnesio e Calcio oltre ad un elevato potere energetico.

Martina Sgorlon

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