La coltivazione di canapa potrebbe portare al Pakistan 3 miliardi di dollari entro il 2026. Ad affermarlo, alla fine di agosto 2022, è stata la Commissione Permanente per la Scienza e la Tecnologia dell’Assemblea Nazionale. Ecco tutti i dettagli e le previsioni.
Il mercato internazionale della canapa è in continua evoluzione ed espansione ed è in questo contesto che ora vorrebbe inserirsi il Pakistan. In un incontro che si è tenuto a fine agosto 2022, presieduto da Sajid Mehdi, membro dell’Assemblea nazionale dal 2018, è emerso infatti che il partecipare attivamente al mercato internazionale della canapa e della Cannabis porterebbe il Paese non solo ad aumentare le proprie entrate (fino a 3 miliardi di dollari entro il 2026, appunto), ma anche a diversificare le esportazioni. A questi obiettivi si aggiunge quello per limitare, se non negare, le possibilità di coinvolgimento del mercato nero e delle mafie attualmente attive nel settore.
Per raggiungere il triplice scopo, il Pakistan sta pensando inoltre all’istituzione di un organo dedicato: l’Autorità per la canapa industriale e la Cannabis medicinale. Alla base della proposta di legge un progetto sperimentale già avviato all’interno del Paese.
A porre le basi per le proposte è un progetto sperimentale avviato in collaborazione con l’Università di Agricoltura di Arid, nato con lo scopo di dimostrare la fattibilità della politica sulla pianta in collaborazione con la National Textile University (NTU) per produrre fibra.
In merito a questa seconda fase del progetto, il Segretario del Ministero della Scienza e della Tecnologia ha aggiunto che il laboratorio ha provato anche estrarre l’olio di CBD dalla canapa prodotta per valutare ulteriori applicazioni e mercati.
Il progetto sperimentale è stato inoltre preceduto da due nuove piantagioni di canapa, ampie un acro ciascuna, nell’area di Rawalpindi, una città della regione del Punjab; la prima risale all’agosto 2021, la seconda al dicembre dello stesso anno.
Alla luce di quanto emerso nel corso l’incontro — durante il quale è stato inoltre tenuto in considerazione quello che è stato ribattezzato “The Contractors Registration Bill, 2021“, ossia il disegno di legge rivolto agli appaltatori privati che assumono o intendono eseguire lavori pubblici sotto il Governo —, la Commissione ha richiesto quindi che venisse organizzato un nuovo meeting con il Ministero della Giustizia. Obiettivo del secondo appuntamento sarebbe esaminare la suddetta proposta di legge per rimuovere le eventuali lacune e presentare poi una nuova bozza in una terza riunione, in modo che la commissione possa così valutarla nella sua versione finale.
Nonostante le ottime premesse, la Commissione ha però espresso anche alcune preoccupazioni in merito ai lavoratori coinvolti nel progetto sperimentale e potenzialmente coinvolti poi anche nel nuovo mercato.
Pare, infatti, che siano stati ricevuti numerosi reclami da parte dei dipendenti di COMSATS, PCSIR e Pakistan Science Foundation (PSF) in merito alle loro condizioni di lavoro e in merito ai criteri di promozione. È quindi fondamentale, per la riuscita del progetto e per il benessere dei diversi attori coinvolti, che nel prossimo futuro il Governo garantisca trasparenza in quest’ambito. Sulla questione è stata ordinata un’indagine, al termine della quale sarà presentata una relazione approfondita sulla problematica e sulle possibili soluzioni.
Martina Sgorlon