Le bombe non hanno fermato Sergiy Kovalenkov, che già prima della guerra aveva deciso di portare in Ucraina la tecnologia della canapa e calce per creare case sane e sostenibili, ma gli hanno fatto cambiare idea nel trasformare il suo progetto imprenditoriale in uno umanitario.
Il passaggio successivo infatti è stato quello di costituire l’organizzazione non profit Hemp Ukraine Recover, con lo scopo di costruire alloggi in canapa per 90 rifugiati che non hanno più una casa. “Molti dei progetti che avevamo pianificato sono stati interrotti e i clienti sono fuggiti dal paese”, ha affermato parlando con HempToday il fondatore e CEO della società di costruzioni Hempire UA, che ha iniziato a costruire case di canapa in Ucraina nel 2015. “È un colpo enorme per l’economia dal momento che milioni di cittadini se ne vanno con i loro risparmi”.
E quindi ha optato per il crowdfunding per sostenere lo sviluppo di Morshyn, dove la canapa e calce sta riempiendo la struttura di legno progettata dall’architetto Roman Pomazan. Il canapulo proveniente da fattorie ucraine viene mescolato con un legante sviluppato localmente, mentre i materiali iniziali sono stati donati dall’azienda Hempire.
Un primo crowdfunding lanciato a dicembre ha permesso di raccogliere 51mila dollari su un totale di 362mila necessari per completare 30 unità abitative, prima fase di un progetto in tre fasi che prevede anche alloggi aggiuntivi e un centro di riabilitazione per veterani di guerra in un costo stimato di 1 milione di dollari. Nel frattempo è stata lanciata una nuova raccolta fondi, con un evento che si terrà in Texas, Usa, proprio con Sergiy Kovalenkov.
Intanto nel Paese è stato lanciato un grande progetto industriale, che vorrebbe riconvertire le macchine precedentemente usate per il lino e creare un centro di lavorazione della canapa. Il progetto prende il nome di “MA’RIJANNI HEMP INDUSTRIAL PARK”, e, sempre secondo HempToday, avrà sede nel villaggio di Rizhanni a 140 km a ovest di Kiev.
Secondo l’imprenditore Michel Terestchenko, lo sviluppo di questo distretto industriale potrebbe far rivivere la tradizione della produzione tessile di canapa, ma l’iniziativa mira anche ad attrarre piccole e grandi aziende che sviluppano prodotti come imballaggi e asciugamani biodegradabili, carta di alta qualità, materiali isolanti e da costruzione, materassi non tessuti, biomassa e pellet.
Redazione di Canapindustriale.it