La Francia decide di fare da sé e mentre a livello europeo il settore aspetta da tempo che vengano implementate le regole per inaugurare il mercato del CBD alimentare, che rientrerà nel novero dei Novel Food, ha approvato una legge provvisoria che permette di considerare il CBD come integratore e inaugurare un mercato da 300 milioni di euro l’anno, considerato il secondo in Europa.
Una legge che permetterà non solo di aprire il mercato dei prodotti alimentari contenenti CBD, ma che dà una veste definitivamente legale ai prodotti a base di CBD, come ad esempio l’olio. “Costruirà molta fiducia su e giù per la catena del valore. Anche se non è un’autorizzazione completa, è un passo nella giusta direzione “, ha dichiarato Ludovic Rachou, presidente dell’Unione degli industriali per la valorizzazione degli estratti di canapa (UIVEC), un gruppo commerciale che ha lavorato alle regole, che sono state approvate dal Ministero delle Finanze, come riportato da HempToday.
Secondo le linee guida temporanee stabilite in Francia per il CBD come integratore, nei singoli prodotti non può essere superiore al 20% e il dosaggio giornaliero è limitato a 50 milligrammi e, facendo riferimento al sistema francese per gli integratori alimentari, le aziende devono solo dichiarare le loro intenzioni di introdurre i prodotti sul mercato. Le nuove linee guida valgono solo per il mercato francese, perché per quello europeo bisognerà attendere le valutazioni dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
E questa è solo l’ultima mossa del paese transalpino, che ha messo da parte le esitazioni e ha deciso, essendo già il primo produttore europeo con circa 20mila ettari coltivati, di puntare con decisione sulla pianta delle meraviglie.
Il passaggio precedente è stato la sentenza storica del Consiglio di Stato francese che autorizza definitivamente la vendita di cannabis light, dopo che quella dei prodotti a base di CBD era già stata legittimata dalla Corte di Giustizia europea. Una sentenza che è arrivata dopo che il governo francese il 31 dicembre del 2021 aveva vietato la vendita di fiori e foglie di canapa a basso contenuto di THC, permettendo di vendere solo i prodotti trasformati, per poi sospendere la misura il mese dopo in attesa del parere definitivo.
Intanto in Francia il mercato della canapa potrebbe fruttare da 1,5 a 2,5 miliardi di euro l’anno, creando 20mila posti di lavoro: sono le stime fatte da un gruppo al Senato francese dopo l’approvazione della risoluzione di novembre 2022 che puntava a dare una nuova forma al settore legalizzando completamente i prodotti con CBD e sostenere le filiere produttive anche tramite aiuti governativi.
Intanto in Europa attendiamo da tempo le valutazioni dell’EFSA che, secondo Rachou, non sono previste fino alla fine del 2024. L’ultima presa di posizione è arrivata a giugno del 2022 quando l’autorità aveva pubblicato un documento nel quale, pur sottolineando di non aver concluso che il consumo di CBD sia pericoloso, aveva sottolineato la necessità di eseguire nuovi studi perché le ricerche attualmente disponibili degli effetti del CBD sul fegato, sul tratto gastrointestinale, sul sistema endocrino, sul sistema nervoso e sul benessere psicologico “sono insufficienti”.
Insomma, all’EFSA non basta che il CBD, con centinaia di pubblicazioni, sia il cannabinoide più studiato nella storia recente, perché, nonostante riconoscano che siano stati condotti molti studi sull’uomo sull’Epidyolex, farmaco a base di CBD approvato per trattare rare forme di epilessia, “le linee guida per i prodotti farmaceutici prevedono una maggiore tolleranza per gli effetti avversi. Tale tolleranza, tuttavia, non è accettabile quando si considera il CBD come nuovo alimento”, ha dichiarato l’agenzia.
Nel Regno Unito invece, il processo va avanti spedito, e, dopo l’approvazione preliminare, sono in corso di valutazione le domande per 12mila prodotti a base di CBD consentendo però ai produttori di continuare a vendere i loro prodotti se fossero stati sul mercato prima del 13 febbraio 2020.
Mario Catania