Un finanziamento da 500mila euro da parte della Regione Emilia-Romagna, sinergie con un comitato locale, studenti e imprenditori, università e istituzioni: ecco come nascerà la nuova filiera territoriale della canapa in una delle zone maggiormente vocate alla coltivazione di questo vegetale fino agli anni ’40 del 1900.
Per raccontare questo nuovo virtuoso progetto bisogna fare un passo indietro, a quando nel 2021 si costituì a Carpi il comitato “Pro Canapa” con lo scopo di diffondere le conoscenze sulla pianta e sui suoi numerosi utilizzi e applicazioni, in particolare nel settore tessile e in quello edile. L’obiettivo finale, ancora lontano, è appunto quello di promuovere la realizzazione di una “Filiera Territoriale della Canapa completa” che metta a disposizione degli operatori economici i materiali da utilizzarsi nelle proprie attività produttive: fibra per il tessile e canapulo per l’edilizia.
Il primo passo è il convegno promosso nel maggio del 2022 proprio a Carpi con oltre 100 partecipanti. Successivamente il comitato portato avanti incontri con l’Amministrazione comunale, con operatori del settore Tessile ed Edile, Associazioni di categoria; con imprenditori che in Regione stanno lavorando per lo sviluppo della coltivazione e prima trasformazione della Canapa, con docenti di Unimore, con dirigenti e insegnanti degli Istituti superiori Vallauri e Vinci
E iniziano anche le prime iniziative, come raccontato dallo stesso comitato.
Con l’Amministrazione comunale è stato prefigurato di realizzare (nel 2024) nell’area verde dell’oltreferrovia un piccolo padiglione con mattoni di calce e canapa con lo scopo di monitorare (attraverso sensori che potrebbero essere gestiti da studenti del Vinci) le prestazioni e l’efficienza energetica di questa costruzione nel variare dei mesi e delle stagioni: temperatura, umidità, isolamento termico-acustico, traspirabilità, comfort abitativo.
Con l’Istituto Vallauri e con il sostegno di un imprenditore locale si è concordato di inserire nel programma formativo del corso di maglieria, l’ideazione e la realizzazione di un campionario di capi di abbigliamento con tessuti in fibra di canapa.
Con alcuni docenti di Unimore è stato avviato un confronto (ancora preliminare) per valutare nuovi ambiti di “ricerca e sperimentazione” (da ubicare presso la sede universitaria o Petermar) sulla canapa e le sue molteplici applicazioni, ma soprattutto sulle fibre tessili di origine vegetale (canapa, ginestra, ortica ecc).
ProCanapa, infine, ha contribuito, anche grazie al convegno di Carpi e ai contatti che ne sono seguiti, alla predisposizione di un progetto per un finanziamento regionale sul bando PR-FESR-laboratori 2023-2024- ricerca innovazione e competitività. Titolo del progetto: WATER RETTING 4.0 Sviluppo e sperimentazione di un bioreattore industriale per l’estrazione della fibra di canapa e la produzione sostenibile di tessuti e materiali per l’edilizia. Capofila del progetto è il CENTRO QUALITA’ TESSILE di Carpi in collaborazione con l’azienda agraria-sperimentale STUARD di Parma, i laboratori CREA e STUDIOMM e DEMOCENTER.
Il progetto è risultato primo nella graduatoria emersa dalle valutazioni regionali (su circa 100 progetti ammessi e più di 150 presentati) con un finanziamento previsto di 499.800 euro.
“La realizzazione del progetto di sperimentazione water retting 4.0 – insieme alle altre iniziative illustrate – può dare impulso all’iniziativa per costruire una filiera territoriale della canapa (completa: dalla coltivazione in campo alla trasformazione e alla produzione finale di filati e canapuli): la prima in Emilia Romagna, con evidenti benefici per l’economia locale, per gli operatori in campo produttivo ed agricolo e per imprimere un significativo contributo alla necessaria trasformazione ecologica della nostra economia. E per fare del distretto un centro di avanguardia per la moda sostenibile. Non solo nella produzione ma anche nella ricerca, utilizzando i laboratori tessili esistenti in collaborazione con la nuova Università carpigiana, il cui ruolo verrebbe così potenziato (ricerca sui filati biobased)”, spiegano dall’associazione.
“Predisporre un progetto di filiera della canapa, comprensivo della sostenibilità economica e ambientale, non è impresa impossibile. Soprattutto se la sperimentazione del progetto water retting 4.0 darà risultati soddisfacenti (riduzione dei tempi e costi di macerazione e stigliatura). La sua realizzazione richiede invece la collaborazione consapevole e convinta dei soggetti principali del territorio, imprenditoriali ed istituzionali; la convergenza di risorse pubbliche e private, al fine di rendere l’operazione interessante anche per il mercato”.
Secondo il comitato “L’investimento sulla canapa e sulle fibre naturali consentirebbe di tracciare una prospettiva per il futuro, di caratterizzare il distretto della moda in senso ecologico, di conferirgli una identità riconoscibile e trainante (da valorizzare eventualmente attraverso un marchio di area)”.
La “filiera della canapa completa” consentirà inoltre di produrre localmente, con i prodotti di risulta della sua lavorazione, manufatti a basso impatto ambientale ed alta valenza ecologica per altri settori – edilizia in primis ma anche packaging, bioplastica- nonché migliorare le qualità delle produzioni agricole locali”.
E chiudono con una domanda rivolta alla comunità: “Il nostro territorio, i nostri imprenditori sono interessati e predisposti a cogliere questa opportunità e affrontare questa sfida?”
Redazione di Canapaindustriale.it