Caserta ha avuto un ruolo chiave nello sviluppo della canapicoltura nazionale, se pensiamo che, ancora nel 1940, “l’Italia produceva circa 1.262.000 di quintali e le regioni maggiormente produttrici risultavano l’Emilia, la Campania e il Veneto con una superficie complessivamente investita di circa 91mila ettari ed un grande investimento di mezzi tecnici nel settore canapicolo”.
E’ la testimonianza del professor Apollonio Calligaro, raccolta nel volume “Aspetti e problemi della canapicoltura italiana” del 1955, che spiega bene il rapporto radicato di questo vegetale con il nostro Paese.
E di recente c’è stato l’annuncio che la canapa potrebbe recuperare l’importanza che merita nella città campana, grazie all’istituzione di un nuovo museo e di un hub turistico e culturale proprio nei locali dove sorge l’ex Canapificio nazionale di viale Ellittico, davanti alla Reggia.
Come ricorda il Corriere della Sera la struttura dovrebbe sorgere dove un tempo “vi erano le vasche di macerazione della canapa, dalle quali si spandeva un odore acre che ha contrassegnato per decenni, nel secolo scorso, la memoria olfattiva di chiunque arrivasse in treno alla stazione di Caserta”.
Oltre al museo dedicato alla coltivazione della canapa dovrebbero trovare posto un hub multi-funzione: terminal bus, galleria commerciale, food stand, area polifunzionale e per esposizioni temporanee, oltre che un centro di informazione turistica.
Il presidente della Regione Vincenzo De Luca, che nei giorni scorsi ha fatto un sopralluogo insieme al sindaco di Caserta Claudio Marino, ha parlato di 25 milioni di euro di investimento.
A gestire lo spazio sarà la società regionale Air Campania e l’amministratore unico, Anthony Acconcia, è ottimista: “In un mese presenteremo una proposta progettuale, abbiamo già aperto una interlocuzione con la Soprintendenza ai Beni artistici, storici e culturali. Insomma, immaginiamo una prospettiva risolutiva in tempi certi, non lunghissimi”.
E noi vi terremo aggiornati.
Redazione di Canapaindustriale.it