La canapa potrebbe essere alla base dei circuiti stampati biodegradabili, cambiando il mondo dell’elettronica per come lo consociamo e rendendo il settore molto più sostenibile dal punto di vista produttivo e di futuro smaltimento.
La notizia arriva da Regno Unito dove l’Università di Portsmouth e Jiva Materials, pioniere nel campo dei materiali sostenibili con sede a Waterlooville, hanno ottenuto una finanziamento da Innovate UK – un programma governativo che collega le imprese con le università per perseguire iniziative innovative – per sviluppare e commercializzare ulteriormente il primo circuito stampato di questo tipo.
Come sottolineato dall’università si tratta di una “collaborazione mira a combattere il crescente problema dei rifiuti elettronici (e-waste) e offrire una soluzione sostenibile alle sfide ambientali poste dallo smaltimento dei componenti elettronici”.
L’elettronica rappresenta un crescente problema di rifiuti a livello globale. In media, ogni persona nel mondo genera 7,5 kg di rifiuti elettronici ogni anno (Fonte: The Global E-Waste Monitor 2019). Il solo Regno Unito contribuisce con oltre 2 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno (Fonte: Health and Safety Executive), e si ritiene che i PCB rappresentino l’8% di tutti i rifiuti elettronici (Fonte: Recycling: Automating the Sorting and Separation of E-Waste ).
La maggior parte dei circuiti elettronici sono fabbricati su un laminato epossidico in fibra di vetro, solitamente con un inquinante organico persistente come ritardante di fiamma: vengono prodotti in questo modo da oltre 70 anni. A fine vita, meno del 50% dei rifiuti elettronici (Fonte: The Global E-Waste Monitor 2019) viene raccolto e riciclato correttamente e anche in quel caso, se il contenuto di oro, argento e platino è troppo basso, vengono triturati e interrati o bruciati.
Jiva ha sviluppato e sta commercializzando un nuovo laminato chiamato Soluboard per sostituire il laminato epossidico in fibra di vetro che porterà a due vantaggi: in primo luogo un carico di CO2 molto ridotto e, in secondo luogo, un modo per ridurre il valore di 8 miliardi di sterline di minerali critici smaltiti in discarica ogni anno.
Il dottor Jonathan Swanston, CEO di Jiva Materials, ha dichiarato: “Siamo entusiasti di collaborare con l’Università di Portsmouth e in particolare con il professor Dhakal e il suo team. Questa partnership è in linea con la nostra visione di ridurre l’impatto ambientale dei dispositivi elettronici2.
Il professor Hom Dhakal, capo del gruppo di ricerca sui polimeri e compositi avanzati presso l’Università di Portsmouth e responsabile accademico del progetto, ha sottolineato che: “L’Università di Portsmouth si diletta nel creare, condividere e applicare la conoscenza per fare la differenza per gli individui e la società. Abbiamo una forte attenzione alla ricerca e all’innovazione sulla sostenibilità e l’ambiente, nonché sulle tecnologie future ed emergenti”.
Jiva ha già prodotto un circuito stampato solubile in acqua da un composito a base di lino che si decompone quando immerso in acqua calda per un periodo prolungato. Il finanziamento consentirà al team di ricerca di continuare il suo studio sul lino e di iniziare ad esplorare il potenziale per compositi a base di canapa e iuta.
Redazione di Canapaidustriale.it