Si chiama APROCAMA ed è l’acronimo di Associazione Produttori Canapa Marche. E’ un’associazione nata a settembre 2013 ma che è da poco diventata ufficiale.
L’idea è quella di riunire gli sforzi delle aziende agricole del settore, a livello regionale, per coordinare metodi di sfruttamento di questa pianta in un settore che, dopo gli anni di buio ingiustificato, può tornare ad essere determinate in ottica di sviluppo sostenibile e sfruttamento dei terreni incolti. Per capire quali siano i motivi che hanno portato a costituirla e gli obiettivi che si pone per il futuro, abbiamo fatto qualche domanda al presidente Mattia Guarnera.
Come e perché nasce APROCAMA?
L’associazione nasce come associazione per lo sviluppo della canapicultura nelle Marche. Da quattro anni ci stiamo impegnando a capire come sfruttare questa pianta fuori dagli schemi tradizionali visto che l’unico impianto di prima trasformazione a Carmagnola(TO), è per noi troppo distante.
Come si è sviluppato il progetto?
Due anni fa nelle Marche abbiamo coltivato 18 ettari, l’anno scorso siamo arrivati a più di trenta e, senza incentivare la coltivazione, quest’anno probabilmente arriveremo a 60 ettari. Nel frattempo ci stiamo riunendo in cooperativa con l’obbiettivo di produrre piante da seme con un occhio sempre attento alla prima trasformazione che chiuderebbe un cerchio e riattiverebbe una filiera agroindustriale.
E’ prevista la creazione di un centro di prima trasformazione?
In realtà la microfiliera della cooperativa servirà proprio a finanziare il macchinario di prima trasformazione. Ma prima è necessario ripercorrere le esperienze di chi la canapa non ha mai smesso di produrla (Ungheria,Francia,Germania ecc.) per capire come ottimizzare le coltivazioni. Purtroppo l’Italia, con un buco di più di cinquant’anni nei quali questa pianta è stata messa al bando, ha perso il suo potenziale produttivo, riscoprendo solo oggi quanto potrebbe essere utile per un’economia ecosostenibile.
Sono previsti contributi economici regionali o aiuti per gli agricoltori?
Sicuramente potrebbero aiutarci i Piani diSviluppo Rurale (finanziamenti europei) ma se ne parlerà nel triennio 2015/17. Nel frattempo continuiamo a crescere con questa pianta convinti che il verde non rappresenti solo la speranza, ma possa diventare un’opportunità concreta.
Mario Catania
Pubblicato su Dolce Vita n°51 – marzo/aprile 2014