La canapa cresce nel mondo e il mondo può crescere in maniera più sostenibile grazie alla canapa. Una pianta dai mille usi che i giornali cominciano ad identificare come il “nuovo” oro verde, che sta tornando prepotentemente a vivere nelle campagne di tutto il mondo aprendo gli occhi sulle possibilità reali e concrete di sviluppo in molti settori ma con una cosa in comune: la sostenibilità ambientale della produzione e di tutto ciò che può derivarne, dai prodotti per la bioedilizia fino alla componentistica per automobili.
A fine maggio si è tenuta a Wesseling, in Germania, la più grande conferenza al mondo che sia mai stata realizzata sul tema negli ultimi 20 anni. Più di 200 esperti del settore provenienti da 39 diversi paesi di tutto il mondo si sono dati appuntamento all’11esima conferenza della EIHA (Europea International Hemp Association) per scambiarsi informazioni e pianificare la crescita dell’industria legata alla canapa industriale.
Secondo i dati diffusi durante la conferenza la superficie totale nel mondo di coltivazione di canapa industriale ha raggiunto circa 85mila ettari nel 2011, dei quali circa 60mila per le fibre (soprattutto Cina ed Europa) e 25mila ettari per i semi (soprattutto Canada, Cina ed Europa). Non molto, se pensiamo che, visto che fino agli anni ’30 del secolo eravamo i secondi produttori al mondo per quantità, nel periodo di massima produzione solo in Italia erano coltivati a canapa oltre 79mila ettari con un rendimento annuo che sfiorava gli 800mila quintali.
Ma è un dato in continua evoluzione visto che attualmente in Europa la canapa è coltivata su 17mila ettari nell’Unione Europea (in almeno 13 Stati membri), la più grande area da 10 anni ad oggi, con una quota crescente nella produzione di sementi.
La canapa industriale è ben nota per le sue fibre forti, che sono sempre più utilizzate nel settore automobilistico europeo per il rafforzamento delle parti in plastica interne, nonché come materiale isolante eco-friendly. La carta utilizzata per la produzione di sigarette è spesso realizzata con fibre di cellulosa di canapa. Il nucleo legnoso della pianta di canapa, il canapulo, viene utilizzato per le lettiere degli animali e per la pacciamatura dei giardini, mentre mischiato alla calce da vita ad una serie di prodotti per la bioedilizia che spaziano dai biomattoni a intonaci e materiali isolanti che favoriscono la traspirazione dell’umidità.
I semi e l’olio di canapa sono un concentrato di principii nutritivi ed una fonte eccellente di diversi minerali e vitamine. L’olio che si ottiene dalla spremitura a freddo contiene gli acidi grassi Omega -3 e -6 in proporzione perfetta per il nostro organismo ed è considerato un vaccino nutrizionale, e cioè un prodotto che se assunto con continuità può aiutare a proteggere il nostro corpo dagli stimoli aggressivi che arrivano dall’esterno e le proteine sono bilanciate e facilmente digeribile. La loro composizione nutrizionale è in linea con le diverse tendenze principali nella scienza e nella commercializzazione di prodotti alimentari, anche nella creazione di farine senza glutine.
In particolare la produzione di sementi per i mercati alimentari e dei mangimi è in rapida crescita: in Canada più di 36mila ettari (+25 % rispetto al 2013) saranno destinati alla coltivazione di semi nel 2014 e nel 2015 si dovrebbero raggiungere i 50mila ettari (+28 %). Il 95 % delle 18mila tonnellate di semi prodotti nel 2014 sarà destinato ai mercati alimentari, in particolare quello statunitense, dove è stata autorizzata quest’anno la produzione di canapa industriale ma a fini scientifici e di ricerca e non ancora commerciali.
Ma anche l’Europa ha raggiunto un nuovo record nella produzione di sementi di canapa con 9mila tonnellate nel 2013. In combinazione con le importazioni dalla Cina il consumo è aumentato stabilendo la nuova cifra record di circa 18mila tonnellate. L’80% di questi semi è stato utilizzato per i mangimi di pesci e uccelli e solo il 20 % per i prodotti alimentari. Con il Canada che ha iniziato a produrre anche le fibre e gli Stati Uniti che stanno legalizzando la coltivazione della canapa industriale stato per stato, nuovi record sono attesi per i prossimi anni sia per la produzione di semi, sia per quella di fibra.
Non appena le fibre di canapa saranno disponibili a livello globale, Europa, Cina ed America saranno mercati sempre più attraenti per l’industria automobilistica mondiale. Inoltre le fibre di canapa europee saranno presto probabilmente le prime naturali ad avere una certificazione di sostenibilità a livello mondiale. Il consiglio di amministrazione e l’aassemblea generale della EIHA hanno infatti deciso di intraprendere una certificazione ai sensi del regime ISSC PLUS.
Accanto a fibre, canapulo e semi, quest’anno è stata dedicata molta attenzione al CBD le cui proprietà mediche senza effetti collaterali rilevanti sono oggetto di studi in tutto il mondo. Il THC, il cannabinoide psicoattivo responsabile dello “sballo” associato alla canapa e che ha anche una forte valenza medicale, esiste solo in concentrazioni molto basse nella canapa industriale (< 0,2%). Negli ultimi anni , l’interesse medico e scientifico è andato aumentando nel potenziale terapeutico del CBD, il cannabinoide primario della canapa industriale, presente in concentrazioni comprese tra lo 0,5 e il 2% nella parte superiore della pianta. Il potenziale utilizzo terapeutico del CBD è stato evidenziato in un gran numero di malattie e sintomi, tra cui disturbi d’ansia, il disturbo da stress post-traumatico, psicosi, epilessia, distonia, diabete, cancro, malattie infiammatorie, malattia di Alzheimer, malattie della pelle, epatite, obesità e disturbo da deficit di attenzione. Il CBD può essere estratto parallelamente alle fibre di canapa e canapulo, dando un reddito extra e senza pregiudicare la qualità dei materiali.
Molti scienziati, aziende e agricoltori mostrano un crescente interesse per il valore medicinale (ed economico) di questo cannabinoide. Come sottoprodotto della canapa industriale coltivata per fibre o di semi, possono essere estratti da fiori, foglie e steli circa 3 kg di CBD per ettaro coltivato. Il prezzo di mercato del CBD farmaceutico oggi si aggira tra i 20mila e 30mila euro al kg. Anche con relativi costi di raccolta, essiccazione ed estrazione, c’è la possibilità di un profitto molto interessante per gli agricoltori .
Alla conferenza, i principali produttori europei farmaceutici di THC e CBD hanno presentato le ultime tendenze della produzione e della commercializzazione del CBD. L’azienda britannica GW Pharmaceuticals ha annunciato che la US Food and Drug Administration ( FDA) ha permesso la conduzione di studi clinici con Epidiolex, il loro nuovo estratto di cannabis che contiene il cannabidiolo come principio attivo. James Brodie ha detto che è destinato ad essere utilizzato nel trattamento di bambini con sindrome di Dravet una forma rara e grave di epilessia genetica resistente ai farmaci comunemente utilizzati. Tjalling Erkelens dalla società olandese Bedrocan, che producendo diversi ceppi di cannabis terapeutica (la stessa che importiamo in Italia) sotto la guida del Ministero della Salute dei Paesi Bassi, ha comunicato l’intenzione di aggiungere una ricca varietà CBD alle quattro già attualmente disponibili.
Holger Rönitz dell’azienda tedesca THC Pharm GmbH ha presentato una panoramica sull’introduzione di THC e CBD sul mercato tedesco. Due iniziative agricole tedesche offrono materie prime e competenze di estrazione alle aziende farmaceutiche e ai potenziali investitori presenti alla conferenza.
Infine il professor Gianpaolo Grassi primo ricercatore del CRA-CIN di Rovigo ha mostrato vari procedimenti di crescita per migliorare le proprietà farmacologiche della cannabis con particolare attenzione al CBD.
Si prevede che gli sviluppi in Europa seguiranno il trend degli Stati Uniti: in molti Stati degli Stati Uniti un gran numero di prodotti a base di CBD sono disponibili, comprese le tinture, estratti, gomme da masticare e altri prodotti pronti per l’ uso, oltre a semi di cannabis per produrre piante di cannabis con alto contenuto di CBD.
Redazione Canapaindustriale.it