Quando si parla di moderna filiera della canapa industriale, uno dei nodi cruciali può essere quello della meccanizzazione della raccolta di semi e piante. Se è vero che esistono piccole realtà virtuose dove, proprio grazie alla ristrettezza delle coltivazioni, è stato possibile creare dei piccoli esempi di filiera ad anello dove la raccolta e a volte anche la lavorazione, avvengono a mano e con strumenti e metodi artigianali, per lo sviluppo di larga scala di piantagioni e prodotti di canapa non si può prescindere dalle macchine.
Per quello che riguarda la lavorazione della canapa per la produzione di energia, prodotti che spaziano dalla bioedilizia all’alimentare arrivando all’abbigliamento e con la potenzialità della sostituzione della gran parte delle materie plastiche ad oggi utilizzate, in Italia è quasi impossibile creare un’unica struttura centralizzata, sul modello ad esempio adottato in Inghilterra. La struttura stessa del nostro territorio sembra invece favorire la nascita di filiere indipendenti con centri di raccolta e di lavorazione dislocati in diverse zone. A questo proposito una buona spinta può essere data dal nuovo centro di trasformazione che è stato di recente inaugurato in provincia di Taranto da Assocanapa e South Hemp Tecno. Ma non solo: il progetto di Sicilcanapa prevede la creazione di un centro di trasformazione siciliano e, ad esempio, Toscanapa sta studiando un metodo per la creazione di un centro di prima trasformazione che sia mobile.
In questo panorama lo sviluppo del settore passa anche attraverso le macchine che possono essere utilizzate per la raccolta di piante e di semi.
Come ha spiegato Romano Giovanardi, professore di Agronomia generale e coltivazioni erbacee all’Università di Udine: “Attualmente per la raccolta della canapa si percorrono diverse strade a seconda della destinazione finale del prodotto. Infatti, mentre l’industria tecnica richiede l’intero fusto, per soddisfare le esigenze di quella tessile bisogna provvedere alla fornitura del tiglio separato dal canapulo. Il metodo più semplice di raccolta prevede la falciatura delle piante con una barra bilama accompagnata da un convogliatore che dispone gli steli già in andane; come alternativa si può impiegare una falciacondizionatrice con opportune modifiche nelle distanze dei rulli e nella distanza dell’aspo. Dopo l’essiccazione, effettuata in campo, si preparano le rotoballe o le balle, trinciate o meno, secondo la destinazione d’uso. La successiva fase d’estrazione della fibra avviene con trattamenti meccanici e fisico-chimici senza macerazione in acqua”.
Nel caso di coltivazione di canapa da seme occorre tener conto della maturazione disomogenea degli acheni, che procede dal basso verso l’alto della pianta e dall’estremità verso la base dei rami. Sempre secondo il professore, “l’operazione di raccolta si può eseguire con le normali mietitrebbie da mais apportando modifiche nell’altezza della barra falciante”.
Nel 2007 la ditta Tonutti di Remanzacco (Udine) in collaborazione con UNACOMA e l’Università di Udine (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie) ha sviluppato una nuova macchina per la raccolta della canapa da fibra, che era stata sperimentata con ottimi risultati e modificata per renderla idonea anche alla raccolta della canapa coltivata per la produzione dei semi.
Valerio Zucchini, che si occupa di fibre e di canapa da circa 20 anni, a fine agosto, in occasione del World Hemp Congress che si è tenuto in Slovenia, ha invece presentato la CSS 8. “Si tratta di una macchina che taglia e andana (dopo aver tagliato li steli la lascia in file ordinate sul campo per poi procedere alla macerazione in campo) – ha raccontato a Canapaindustriale.it durante le fasi di lavorazione – con un opzione che le permette di strippare i raccolto (seme e foglie). È in studio e prossimamente messa in lavorazione anche una macchina per rivoltare gli steli lasciati in andana a macerare (nella foto a sinistra) che devono necessariamente essere rivoltati per ottenere risultati di perfetta omogeneizzazione. L’insieme delle macchine agricole si completerà con il pick-up imballatore che serve sveltire i processi di movimentazione logistica di tutta la parte agricola”.
Un altro progetto, di tutt’altro respiro, è quello pensato dai ragazzi di Hemp box, che puntano a rivitalizzare la filiera agricola tramite la creazione di progetti e macchinari agricoli che possono essere costruiti seguendo le informazioni e le schede tecniche che vengono fornite gratuitamente sul web.
Redazione Canapaindustriale.it
Pubblicato sulla rivista Canapa Industriale, n°2 – settembre/ottobre 2014