E’ proprio vero che nella vita non si finisce mai di imparare. Soprattutto se l’argomento in questione è la canapa e la sua crescita, perché una buona pianta può nascere solo da una profonda conoscenza dei vari aspetti tecnici legati alla coltivazione.
Per questo motivo è nata a marzo in Puglia la prima scuola per canapicoltori, nella forma di un corso base che si è concluso da poco, creata dall’Abap (Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi), da CanaPuglia e dal CRA (Centro di Ricerca per l’Agricoltura). Il gran numero di iscritti ha portato alla creazione di una seconda edizione che si terrà il 18 aprile (maggiori informazioni QUI). Nel frattempo è nato anche un altro corso sulla coltivazione della canapa: il docente sarà Cesare Quaglia di Assocanapa e il corso, organizzato da Centro Consorzi, si terrà nelle giornate del 26 e 27 marzo e 9 e 10 aprile (maggiori informazioni QUI).
Intanto abbiamo sentito l’ingegnere ambientale Marcello Colao dell’Abap, che ci aveva dato delle anticipazioni prima che il progetto partisse, per capire com’è andata la prima edizione del corso in Puglia e come sarà organizzata la seconda.
Come è andata?
Molto bene. Viste le tante richieste ricevute abbiamo allargato i posti disponibili da 20 a 40 e abbiamo organizzato la seconda edizione per il 18 aprile. I ragazzi sono molto contenti e hanno creato su Facebook il gruppo Corso Canapicoltori per tenersi in contatto e scambiarsi consigli. Noi in generale abbiamo cercato di dare più informazioni possibili in modo da dare gli strumenti a chi voglia intraprendere una coltivazione per capire se ne valga o meno la pena. In alcuni aspetti tecnici siamo stati molto precisi e a tratti quasi pesanti, ma credo sia una necessità anche nell’ottica di scoraggiare i semplici curiosi e formare chi è invece davvero interessato dalla possibilità di coltivare.
Come si è svolto il corso?
C’è stata un’introduzione generale di Claudio Natile, presidente di CanaPuglia e poi via via le lezioni degli agronomi del CRA che hanno illustrato i vari aspetti tecnici: dall’irrigazione alla fitodifesa passando per la preparazione del terreno e delle varietà. Poi abbiamo dato informazioni pratiche partendo da pubblicazioni scientifiche che si fa fatica a reperire. Ora vediamo come andrà questa seconda edizione, per la quale è già stato mostrato molto interesse.
Qual è il fine ultimo?
Stiamo facendo nascere parecchi progetti open source, sperando di mettere il seme per il settore che sta crescendo. Speriamo in questo modo di formare figure professionali che siano pronte ad inserirsi in un percorso serio. In futuro ci piacerebbe che i corsi fossero riconosciuti e magari finanziati dalla Regione, ad ogni modo speriamo di avere inziato un cammino che si basa sulla qualità. In più abbiamo cercato di dire come stanno le cose realmente spiegando ad esempio che, anche se si coltiva una varietà registrata, bisogna fare in modo che le piante in media non superino lo 0,2% di THC, perché se accadesse, e venissero fatti controlli, potrebbero nascere dei seri problemi, e vogliamo che le persone ne siano al corrente.
Progetti futuri?
In generale pensiamo che creando la domanda, le regole e le figure professionali necessarie, il resto viene da sé. In futuro probabilmente creeremo corsi ancora più specifici che affrontino discorsi sempre più tecnici e definiti, in modo da alzare la qualità e il livello di specializzazione.
Mario Catania