“12 anni fa, quando ho iniziato a produrre olio di canapa, qui da noi non si sapeva ancora bene che cosa fosse: la gente mi prendeva per pazzo. Oggi abbiamo organizzato tour promozionali in America per promuovere i nostri prodotti di canapa e sembra proprio che stia andando bene”.
Sono le parole di Marco Cartechini (nella foto), chef ed amministratore delegato dell’azienda di famiglia, l’oleificio Cartechini che produce olio d’oliva, tornato da poco dall’America per un tour promozionale dei prodotti a base di canapa creati insieme ad Aprocama e con i quali stanno provando a sbarcare nel ricco mercato americano. Ma facciamo un passo indietro. Marco Cartechini scopre la canapa in Germania, dove vede produzioni di olio di canapa e di altri prodotti alimentari e di bellezza. Una volta tornato in Italia parlando con i propri nonni non solo scopre che la zona di Macerata, dove vive, in passato era stata famosa per le coltivazioni di canapa, ma che proprio il nome della città deriva dai maceri che venivano utilizzati appunto per macerare ed ammorbidire la canapa, operazione che veniva svolta manualmente prima delle lavorazioni artigianali.
“Ed è così che 12 anni fa iniziai a coltivare”, racconta oggi, esplorando i propri ricordi.”Ho iniziato appoggiandomi a diverse associazioni facendo le prime estrazioni di olio non raffinate e confrontandomi con amici vegani, che avevano già una certa conoscenza dei prodotti, per evolvermi e continuare nelle mie sperimentazioni spremendo olio, testandolo e facendo fare diversi assaggi. Nell’ultimo anno devo dire che riguardo l’olio e prodotti alimentari derivati dalla canapa c’è stato un forte incremento della richiesta e che il mercato è in espansione, ma siamo solo all’inizio”.
Tornando a ripercorre la propria storia Marco racconta come poi, “insieme a Mattia Guarnera, Antonio Trionfi Honorati e Federico Marchini abbiamo fondato Aprocama, associazione per la promozione della coltivazione di canapa industriale nelle Marche per portare avanti un discorso omogeneo sulla canapa e le sue applicazioni; oggi i maggiori problemi sono rappresentati dalla mancanza di centri di trasformazione per effettuare le varie lavorazioni”. Alla domanda su quale sia stato il passo che l’ha portato ad arrivare oltreoceano Marco risponde che aveva già iniziato a lavorare in America grazie all’oleificio di famiglia con il quale da 5 anni esportano in Usa olio extravergine di oliva. “Abbiamo studiato il mercato, che anche lì è molto giovane. Si trovano dei prodotti a base di canapa anche nei supermercati, ma in generale c’è poca conoscenza su cosa siano e sulle loro doti nutrizionali”. E così la scelta iniziale è stata quella di investire per fare promozione e raccontare all’estero l’eccellenza dei prodotti in canapa fatti nelle Marche. “Il risultato sono stati una ventina di giorni passati in America per promuovere i nostri prodotti in canapa, insieme ad altre aziende italiane che proponevano altre eccellenze, come il tartufo. Uno degli eventi è stato una crociera di 3 giorni sul fiume Hudson girando intorno a Manhattan con una barca colma di prodotti a base di canapa, prodotti nelle Marche”.
“Sembra sia andato bene”, racconta oggi, “anche se per avere delle certezze dovremo aspettare il riordino dei prodotti, per capire com’è andata veramente. Il nostro è un progetto a lungo termine, siamo alle fasi iniziale e ci stiamo strutturando; quella americano è un mercato che se parte, parte alla grande”. A settembre e a gennaio tornerà in America per promuovere la bontà della canapa italiana, ma senza dimenticarsi del nostro Paese: entro settembre parteciperanno ad una manifestazione a Senigallia per poi replicare a Milano entro dicembre.
Mario Catania