Dal sito produzionidalbasso.com nasce l’idea di realizzare un’inchiesta-documentario sulla legge Fini-Giovanardi. Il progetto si alimenta tramite la raccolta fondi: chiunque può “prenotare” una quota (10 euro), che sarà effettivamente devoluta solo nel caso venga raggiunto l’importo necessario – in questo caso 10mila euro – e il progetto possa partire. Qui sotto la spiegazione più dettagliata.
Documentario sugli effetti della legislazione sulle droghe sul sistema giudiziario e penale e sulla vita reale delle persone (in gran parte semplici consumatori) che si ritrovano ad essere accusate della sua violazione.
Perchè lavorare oggi su questo tema?
La crisi economica ha reso sempre meno sostenibili i costi sistema carcerario e delle politiche securitarie a esso associate. Non è un caso che dal 2008 negli Usa la popolazione carceraria abbia smesso di aumentare ed anche in Italia (anche per effetto dell’indulto del 2006) i numeri si siano stabilizzati.
In Italia dopo sette anni di attuazione, tutti gli indicatori mostrano come la legge Fini-Giovanardi sulle droghe sia la maggior responsabile per il sovraffollamento carcerario e la lentezza del sistema giudiziario.
L’obiettivo politico del documentario è quindi quello di contribuire a rilanciare il dibattito e la riflessione su un tema che non coinvolge i media né quelle forze politiche, che eppure spesso si impegnano a denunciare in termini vaghi l’affollamento e l’invivibilità delle carceri in Italia.
Il documentario vuole andare ad analizzare la legge, i suoi presupposti ideologici e gli effetti generati dal 2006 (anno dell’entrata in vigore) ad oggi sotto vari aspetti, di seguito una sommaria suddivisione in capitoli della video inchiesta:
CARCERE dal 2006 (anno approvazione Fini-Giovanardi) ad oggi gli ingressi in carcere per violazione della legislazione anti-droga sono passati dal 28 al 33,15% del totale. Le denunce da circa 29.700 a a 33.700 (il 41% delle quali per possesso di Cannabis). Il numero totale dei detenuti in carcere per detenzione e spaccio era di 15.100 nel 2006 mentre nel 2011 è arrivato a 27.856 (il 42,21% del totale). Mentre non vi è prova che una repressione di tali proporzioni abbia portato a una diminuzione del consumo.
-EFFETTI SUL SISTEMA GIUDIZIARIO. La Fini-Giovanardi ha influito pesantemente su un sistema già in crisi. Da anni si dibatte sulla lentezza dei processi in Italia, spesso in modo demagogico, mentre i dati mostrano che la legislazione sulle droghe è una delle prime cause del malfunzionamento del sistema giustizia in Italia. I detenuti ancora in attesa del giudizio di primo grado sono 14.687: il 38% di questi (oltre 5.500) sono in custodia per accuse connesse alla legislazione anti-droga. In totale sono oltre 224mila i processi pendenti per la legislazione antidroga, prima dell’approvazione della Fini-Giovanardi erano 180mila.
-LE SANZIONI AMMINISTRATIVE. Quello delle sanzioni amministrative rappresenta un tema meno dibattuto, ma non per questo meno importante. Spesso le sanzioni possono rendere molto complicata la vita a chi le subisce, fino a fargli perdere il lavoro.
Il numero delle persone sottoposte a sanzioni amministrative è raddoppiato tra il 2006 e il 2010: da 8.180 a 16.154: di questi il 74% è stato segnalato per cannabis. Parallelamente la richiesta di accedere a percorsi di recupero è crollata: da 6.713 richieste nel 2006 ad appena 518 nel 2011. Questo perché l’adesione a un programma di recupero non consente più la sospensione della pena amministrativa inflitta.
IL CONTESTO INTERNAZIONALE. La legge Fini-Giovanardi può essere adeguatamente compresa solo se collocata all’interno della cornice della cosiddetta “War on Drugs”, che mira a combattere il consumo e lo spaccio a livello mondiale attraverso la repressione. Una strategia che secondo ogni dato raccolto si dimostra fallimentare e che la “Global Commission on Drug Politics” nel giugno 2011 ha dichiarato “fallita, con conseguenze devastanti per gli individui e le società di tutto il mondo”. Mettendo in evidenza come sia lo stesso concetto delle repressione dei consumatori (e dei piccoli spacciatori) a essere non solo inutile ai fini della “guerra alla droga” ma anche il miglior alleato delle criminalità organizzata che proprio dal mercato della droga trae gran parte del suo potere.
Diversi paesi stanno progressivamente abbandonando la strada della repressione del consumo per introdurre forme di legalizzazione o depenalizzazione. Andremo in uno di questi (il Portogallo) per farci spiegare cosa è cambiato.
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Oltre al documentario sarà prodotto anche un libro dal titolo “Storie di Fini-Giovanardi” che conterrà le vicende – scritte in prima persona – di uomini e donne che si sono trovate ad avere a che fare con le maglie repressive della legge Fini-Giovanardi, semplici consumatori (alcuni di essi anche per scopi medici e curativi) che si sono trovati sottoposti a processi, pene detentive e/o amministrative.
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COME SOSTENERE IL PROGETTO:
La campagna di sottoscrizioni popolari servirà a:
-coprire spese di viaggio e soggiorno per i giorni di ripresa
-garantire un rimborso alla troupe che sarà coinvolta nella realizzazione del progetto
-coprire le spese per la realizzazione e la stampa dei dvd
QUOTE DI SOSTEGNO:
1) SOTTOSCRIZIONE INDIVIDUALE:
1 quota (10 euro): dvd ufficiale del documentario e ringraziamento nei titoli di coda
2 quote (20 euro): un dvd ufficiale del documentario, una copia del libro “Storie di Fini-Giovanardi” e ringraziamento nei titoli di coda
2) PER CIRCOLI, ASSOCIAZIONI, CENTRI SOCIALI E CULTURALI:
10 quote (100 euro):
10 copie ufficiali del dvd (che potrete ridistribuire presso il vostro spazio)
Il diritto a organizzare una proiezione pubblica del documentario senza altri costi aggiuntivi (neanche di diritti Siae: i dvd verranno infatti rilasciati con licenza Creative Commons 3.0).
La citazione nei titoli di coda come co-produttori del documentario
N.B.: LE QUOTE PRENOTATE CLICCANDO SU “SOSTIENI” SARANNO EFFETTIVAMENTE VERSATE SOLO A PROGETTO CONCLUSO.
Fonte: produzionidalbasso.com