La sostenibilità della canapa e calce allarga i suoi orizzonti per abbracciare la solidarietà. Accade in Basilicata, terra di migranti per eccellenza dove le sinergie di diverse personalità hanno dato via al progetto della “Casa per la Pace”, frutto di un accordo siglato pochi giorni fa a Roma nella sede della Fao.
Come racconta il corriere.it, succede “proprio in quel territorio che sarebbe dovuto diventare un deposito di materiale radioattivo e che accese le proteste di tanti residenti. A loro, nel 2003, si unì il sostegno del premio Nobel per la Pace Betty Williams, che propose una destinazione diversa per quel luogo. Uno spazio che potesse dare accoglienza ai meno fortunati. Nacque così nel 2011 per iniziativa della Regione Basilicata insieme ai Comuni di Scanzano Jonico e Sant’Arcangelo e al World Center of Compassion for Children di cui la Williams è presidente, la Fondazione della Città della pace per i bambini Basilicata. Ad oggi le strutture della Fondazione hanno accolto circa 110 rifugiati”.
Un modello di accoglienza “esportabile” la cui idea di fondo, promossa da Sharon Stone nella sua visita di settembre alla fondazione, è che ONG e privati possano concorrere insieme alle amministrazioni pubbliche ad elaborare modalità innovative e virtuose non solo per l’accoglienza ma anche per l’integrazione delle persone costrette a fuggire dal loro Paese d’origine. Il progetto è stato concepito dall’archistar Mario Cucinella grazie all’impegno di due imprenditori lucani come Nicola Benedetto e Pasquale Natuzzi che l’hanno finanziato con 360mila euro e la casa prenderà forma a Scanzano Jonico entro la fine del 2016.
La casa ecologica, composta di tre unità abitative, sarà realizzata con materiali come legno, canapa e calce e sarà provvista di tecnologie che garantiranno risparmio energetico. A spingere gli imprenditori ad investire nel progetto è stato proprio il binomio accoglienza ed architettura sostenibile, sperando che sia un modello che possa essere condiviso in futuro.
Redazione canapaindustriale.it