A San Severo, in provincia di Foggia, è nata Sud Canapa, associazione open source che punta alla promozione, al sostegno ed alla valorizzazione della canapicoltura del territorio. Oltre a coltivarla direttamente grazie a soci qualificati che fanno parte dell’associazione, ed a fornire informazioni sia dal punto di vista culturale e storico che da quello scientifico ed agronomico, puntano a creare una piattaforma online con un mercato virtuale del quale le aziende potranno usufruire gratuitamente per vendere i propri prodotti ed un info point sempre aperto. Ne abbiamo parlato con il fondatore Elio La Salandra.
Come è nata l’idea di creare questa associazione?
Personalmente parlando, l’idea era in porto da circa un anno a questa parte, animata da una serie di ragioni che si muovono a 360 gradi attorno alla nostra “protagonista”, tra cui la fiducia nelle qualità nutraceutiche e terapeutiche della pianta nonché le magnifiche opportunità di utilizzo della stessa in senso lato. L’associazione vuole direzionare la propria ricerca e le proprie risorse in campo culturale, provando a colmare la lacuna ancora sicuramente presente nel nostro territorio, cercando invero di valorizzare il prodotto sia dal punto di vista storico che dal punto di vista prettamente contemporaneo. L’dea è oggi diventata felice realtà grazie alla collaborazione e alla fiducia di persone vicine che, come me, credono nel futuro di questa pianta, anche per offrire ai consumatori consapevoli un prodotto sano e curato, come tanti già disponibili, ma in questo caso proveniente dalla nostra splendida terra. L’associazione si avvale già della collaborazione di soci altamente qualificati, che si occuperanno di curare sia gli aspetti umanistici che quelli scientifici dell’argomento in questione. Prevediamo inoltre di offrire servizi gratuiti nel settore informatico, tra cui un marketplace per le aziende agricole foggiane e i coltivatori interessati, un infopoint con disponibilità 24/7 e un’attività di supporto ai giovani motivati che sinceramente desiderano avvicendarsi agli eventi in corso.
Di cosa vi occupavate prima di intraprendere questo progetto?
Ognuno di noi continua naturalmente a svolgere il proprio lavoro, senza per questo dimenticare il progetto per un solo giorno. Stiamo tutti sacrificando qualche ora e qualche giornata in più del normale per assicurare il meglio a questa nuova avventura. Attualmente io sono il responsabile di un’impresa di servizi informatici che quest’anno festeggia i suoi primi dieci anni di attività e che, non a caso, sta avendo il suo ruolo pertinente nel percorso dell’associazione. Inoltre, insieme a mia moglie Morena, spinti da matura passione, abbiamo aperto anche un’attività di coltivazione di piante da fibra, di spezie e piante aromatiche/officinali che credo si sposi alla grande con il progetto stesso. Il Vicepresidente Angelo La Salandra, zio carissimo, coltivatore professionista con multidecennale e storica esperienza in campo agricolo, ha reso possibile questa profumata avventura in particolare dal punto di vista dell’effettiva coltivazione, regalandomi preziosi consigli e mettendo a disposizione meravigliosi campi per i cultivar selezionati; è in effetti il mio attuale maestro in materia di coltivazione: approfitto per ringraziarlo di cuore, avendo senza alcuna esitazione accolto l’intera ideazione e la scommessa in un territorio di non facile fruizione come il nostro. Inoltre vorrei ringraziare anche tutti coloro i quali stanno offrendo parte delle loro risorse lavorative affinchè quest’impegno porti ottimi frutti; per citarne solo alcuni: mio fratello Vincenzo La Salandra, storico e orentalista che nonostante i suoi costanti impegni si occuperà di una rivista online interamente dedicata alla canapa e che curerà gli aspetti editoriali dell’intero progetto, nonchè gli amici Antonio e Nicola Fedele, rispettivamente padre e figlio, già depositari di una solida e antica tradizione agricola, oggi anche loro neocoltivatori di canapa nelle calde campagne sanseveresi.
Per quale motivo avete scelto di dedicarvi alla canapa?
Potrei elencare un’infinità di motivi, rischiando di cadere in un banale elogio della cannabis: ma mi limiterò a citare sicuramente le finalità nutraceutiche e, trattandosi del primo anno, anche fini sperimentali. Invero crediamo che la Cannabis rappresenti una buona opportunità di realizzare concretamente modelli di produzione sostenibile: mi piacerebbe molto portare a termine entro l’anno prossimo una filiera locale completa, ideale, non speculativa ma sicuramente produttiva. Personalmente posso confermare di aver apprezzato molto le nobili qualità nutritive e terapeutiche dell’olio di semi e di altri derivati alimentari della canapa e credo senza dubbio che qualsiasi prodotto di qualità meriti sostegno e valorizzazione.
Quali sono i progetti che avete intenzione di realizzare?
Anzitutto è nostra premura insistere su un futuro ridente, intelligente e su impegni che risuonino di vivacità, natura, sentimento esperibile. Cerchiamo a tutti gli effetti una vera sinfonia di natura e impresa, qualcosa che davvero non incida negativamente sulla salute della Terra. Di sicuro vogliamo cercare di partecipare attivamente alla creazione di una filiera locale, trasparente e il più possibile lontana dai circuiti speculativi o irragionevoli, senza per questo disdegnare un concetto contemporaneo e assolutamente etico di “fare impresa”. Per quest’anno abbiamo avviato la coltivazione sperimentale di due diversi cultivar su quattro campi differenti, tutti caratterizzati da microclima eccellente, che vanno dai ventilati monti dauni al soleggato tavoliere, per un totale di 3 ettari. Per l’anno prossimo noi stessi prevediamo e speriamo di seminare almeno quattro o cinque volte tanto, sperimentando anche la coltivazione di ulteriori varietà, e di ampliare ulteriormente gli spazi dedicati alla canapa coinvolgendo altre imprese. Prevediamo di realizzare un piccolo impianto per la spremitura a freddo e per la trasformazione per fini alimentari. Non escludiamo la produzione e l’utilizzo a scopo terapeutico. Abbiamo un cantiere aperto per la fornitura gratuita di servizi informatici, tra cui un marketplace evoluto e corredato da avanzati sistemi statistici e analitici, un progetto dedicato alla pubblicazione periodica di articoli a tema, l’organizzazione di eventi culturali su base locale, la partecipazione agli eventi e alle fiere nazionali. Principio dell’associazione è anche cercare di dare il proprio contributo insieme a chi è già attivo su questo fronte, al fine di riscattare la storia della pianta in un territorio dove sembra essere semmai oscurata da vicende spiacevoli e contradditorie.
Come è stata accolta la vostra associazione?
Per il momento bene. Chiunque ne senta parlare, sembra entusiasta, ti fa i complimenti e magari finisce con l’augurarti buona fortuna; tuttavia non è difficile incontrare qualche perplesso e anche qualche contrario, magari distratto da errate interpretazioni. Personalmente desidero citare l’ottimo riscontro ricevuto presso le forze dell’ordine che si sono mostrate cordiali, disponibili e perfettamente aggiornate. Sono felice di aver trovato in loro un amichevole razionalismo e un’importante buonsenso.
Com’è la situazione nella provincia di Foggia? La canapa può portare nuovi stimoli ai giovani agricoltori del territorio?
In base alla mia recente esperienza non posso dire di aver fino ad ora riscontrato grande partecipazione e non sono a conoscenza di ideazioni o progetti di gruppo simili al nostro. Ho constatato senza stupore non pochi esempi di persone che si sono dapprima mostrate interessate ed entusiaste e poi si sono tirate indietro. In provincia ci sono stati, anche negli anni precedenti, episodi isolati e alcune coltivazioni per uso tessile, tuttavia ho avuto modo in alcuni casi di rilevare testimonianze non esattamente felici e talvolta citazioni di vere e proprie delusioni, ma sono certo che presto l’argomento sarà accolto con maggior curiosità e interesse dai coltivatori foggiani. Ad ogni modo e lungi dal voler attuare un inutile criticismo, non dobbiamo dimenticare che la nostra cara Capitanata, da sempre importantissima dal punto di vista della tradizione agricola, si è spesso mostrata non totalmente incline a modelli di gruppo e cooperazione, oltremodo necessari nel caso della canapa. La nostra idea è che la Provincia di Foggia abbia oggi più che mai bisogno di profili produttivi nuovi che restino il più lontano possibile da circuiti viziosi e speculativi. Per concludere, noi siamo qui a sostenere con fiducia che la canapicoltura rappresenti davvero un efficace, bello e stimolante modello di sviluppo per “tanti”, e probabilmente non solo per i giovani agricoltori del territorio.
Mario Catania