La canapa era una parte molto importante dell’industria agricola americana. Purtroppo tutto è cambiato con il divieto emanato negli anni Trenta, il Marijuana Tax Act, che ha generato un’ondata di proibizionismo nei confronti di questa pianta che viviamo ancora oggi. Per un breve periodo sono state fatte delle eccezioni durante la seconda guerra mondiale, ma per la maggior parte la coltivazione di canapa è stata completamente vietata negli Stati Uniti per diversi decenni.
Tutto questo è cambiato nel 2014 quando un provvedimento federale sull’agricoltura ha permesso deroghe per i coltivatori di canapa in alcuni stati. La coltivazione di canapa in America è in crescita da allora: «Abbiamo visto che la coltivazione di canapa si è espansa in modo significativo negli Stati Uniti nel 2017, con il numero di acri piantati a canapa raddoppiati rispetto allo scorso anno e l’aggiunta di altri 4 stati con programmi pilota per la coltivazione di canapa», ha dichiarato Eric Steenstra, presidente di Vote Hemp, associazione che si batte per la coltivazione di canapa industriale americana.
Ad ogni modo dal Farm Bill del 2014 sulla “Legittimità della ricerca per la canapa industriale”, la coltivazione di canapa negli Stati Uniti è cresciuta rapidamente. Le coltivazioni sono cresciute dai 9770 acri del 2016 ai 23.343 del 2017 (circa 10mila ettari, ndr), più del doppio dell’anno precedente. Le licenze statali per la coltivazione della canapa sono state rilasciate a 1.424 agricoltori e 32 università hanno condotto ricerche sulla coltura. «Malgrado questo progresso, i coltivatori di canapa affrontano problemi logistici e legislativi che ancora ostacolano la coltivazione commerciale a larga scala per rifornire ai consumatori americani: gli agricoltori utilizzano semi certificati di canapa importati da paesi come il Canada e l’Italia; la DEA ha ostacolato il commercio interstatale degli Stati Uniti di olio e proteine di canapa. E sebbene fosse stata introdotta nel Congresso la legge industriale sull’importazione di canapa industriale (3530), la coltivazione di canapa resta vietata a livello federale».
Ad oggi sono 33 stati che hanno introdotto una legislazione per la coltivazione di canapa industriale nel Paese in cui non esistono le varietà certificate: è necessario che la canapa abbia un contenuto di THC inferiore allo 0,3%. E se nel 2016 gli Stati in cui si è coltivata la canapa erano 15, sono diventati 19 nel 2017. Lo Stato di New York ha da poco concluso un bando diretto a ricercatori, coltivatori e businessman che possano essere interessati ad entrare nel settore della canapa industriale. A luglio infatti il governatore democratico Andrea Cuomo aveva annunciato la creazione di un fondo di 5 milioni di dollari per far crescere il settore e rafforzare la ricerca e lo sviluppo della canapa industriale. Le sovvenzioni possono arrivare fino a 500mila dollari a richiesta e sono destinate a chi sia interessato ad avviare produzioni derivate dalla canapa. L’idea di Cuomo è che la canapa possa dare una grande spinta economica alle aziende agricole ed alle comunità rurali. «Espandendo la ricerca sulla canapa industriale, apriamo le porte a idee innovative che potrebbero offrire una grande spinta alle nostre aziende agricole e comunitarie, creando nuovi posti di lavoro e ponendo le basi per una crescita economica futura». Un report del 2017 “Hemp as an Agricultural Commodity” indicava che il mercato della canapa industriale in USA era intorno ai 600 milioni di dollari nel 2015.
Mario Catania
Pubblicato su Canapa Industriale n°5 – speciale inverno 2017/2018