L’architettura è la continuazione della natura nella sua attività costruttiva, diceva Karl Friedrich Schinkel. Mentre nel mercato edile italiano si fatica ancora a capire i vantaggi di termini come filiera corta, sostenibile o rinnovabile, la ricerca fa passi da gigante, dimostrando che i costi dell’architettura ecosostenibile sono ormai compatibili con quelli dell’edilizia tradizionale, ma con risvolti ambientali di grande rilievo.
Un esempio? Oggi è possibile trovare sul mercato mattoni realizzati con la canapa, in base ai dettami di un’antica tecnica, tanto che in Italia è nata la prima linea di mattoni ecologici.
Il settore delle costruzioni incide per il 40% sui consumi di energia, per il 30% sull’uso di risorse naturali e sulla produzione di rifiuti e per il 20% sul consumo d’acqua, ed è inoltre causa del 40% delle emissioni di anidride carbonica.
Canapa: un breve identikit
La canapa (Cannabis sativa) può offrire molti vantaggi in termini di sostenibilità dato che è un materiale ecologico e altamente performante, grazie all’alto contenuto di cellulosa, utilizzabile in bioedilizia, nel tessile, nelle cure naturali, nei laboratori chimici e a scopo alimentare e medico.
Il seme della canapa, a qualsiasi latitudine, diventa una pianta di 4 – 6 metri di altezza in soli quattro mesi: durante il ciclo di vita non necessita di pesticidi, erbicidi, fertilizzanti e le occorre poca acqua (con un risparmio del 90% di rispetto a quella necessaria per la produzione del cemento e poco meno di un terzo di energia). Rigenera il terreno su cui cresce apportando nutrienti senza sottrarli e catturando enormi quantità di anidride carbonica dall’atmosfera (330kg per ogni tonnellata di materia secca) immagazzinandola nel suo legno. La canapa inoltre può essere coltivata e prodotta localmente in modo da ridurre a chilometro zero la filiera di commercializzazione.
L’uso della canapa in edilizia
Dal punto di vista tecnico non ci sono ostacoli da superare per una diffusione su larga scala dei principi dell’architettura naturale, se non lo scarso know how di progettisti e manodopera a cui spesso si aggiunge la normativa italiana.
La canapa impiegata nella realtà edile è già diffusa 1.500 anni fa, ma il prodotto industrializzato nasce in Francia a metà degli anni ’80, per poi diffondersi negli Stati Uniti, Canada e Germania. L’impiego è molteplice, si va da processi di ristrutturazione a realizzazioni ex novo, ma gli “ingredienti” sono sempre gli stessi: canapa e calce. Il mattone di canapa è infatti un biocomposito in canapa-calce con alta capacità isolante termo-acustica, la cui produzione viene effettuata con un procedimento a freddo. Rigidità, leggerezza, resistenza e traspirabilità si combinano a riciclabilità, resistenza al gelo, agli insetti e ai roditori e a proprietà ignifughe, senza bisogno di aggiunte di sostanze tossiche ritardanti di fiamma.
Il biocomposito di canapa e calce può essere impiegato in forma di mattoni, ma anche come intonaco isolante, nella costruzione di muratura massiccia alla stregua di un conglomerato cementizio. Unico limite è la capacità di carico: questo materiale altamente aerato si comprime se impiegato come elemento portante in blocchi compressi. Per questo motivo la soluzione statica più diffusa ne prevede l’uso come riempimento in una struttura di legno a travi e pilastri.
I prodotti a base di canapa sul mercato
La società americana Hemp Technologies ha messo a punto un materiale da costruzione chiamato Hempcrete che è realizzato a partire dalla parte più interna e legnosa delle piante di canapa, lavorata e mescolata con la calce, per creare mattoni da costruzione particolarmente resistenti.
Anche l’inglese Lhoist UK ha immesso sul mercato la linea Tradical Hemcrete, che prevede in catalogo i Cannabric, mattoni in canapa calce che hanno funzione termoisolante e bassa conducibilità termica (0.048 W/mK), dovuta proprio alla fibra naturale costituente. Da segnalare l’azienda francese Easy Chanvre, che produce mattoni per struttura portante in legno composti da trucioli di canapa per il 38%, da calce aerea per il 51% e da calce idraulica per l’11% (conducibilità termica lambda di 0,095 W/mK).
In Italia, un tempo l’Emilia e la Toscana erano le regioni dove la coltivazione era molto forte, ma oggi sono poche le realtà edili che hanno riscoperto la canapa. Esistono alcuni validi esempi come il Biomattone della Equilibrium che utilizza il truciolato vegetale di canapa con un legante a base di calce per la produzione di blocchi prefabbricati di dimensione 20×50 cm, disponibili negli spessori di 8, 12, 15, 20, 25 e 30 cm, e la Calcecanapa di Banca della Calce, un materiale edilizio ottenuto tramite un mix di calce, canapa, acqua e specifiche aggiunte di origine naturale.
Autore: Andrea Cantini
Fonte: Geometri.cc