Dopo la lettera inviata dalle principali associazioni di categoria al CREA-CIN qualcosa si muove e si prospetta un tavolo di discussione al ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Il problema, che in un’ottica di filiera nazionale rischia di creare delle serie difficoltà allo sviluppo della canapa made in Italy, è la scarsità di seme di varietà italiane che sono state espressione di eccellenza nei diversi settori per i prodotti che si possono ricavare da questo vegetale come i tessuti e la fibra più in generale.
“Purtroppo, per vari motivi, rischiamo nella campagna del 2018 di non avere sementi di varietà italiane“, aveva raccontato il presidente di Federcanapa Beppe Croce a canapaindustriale.it. “Un po’ perché non sono state riprodotte, un po’ perché sono state riprodotte male e anche perché aziende che hanno avuto in esclusiva delle varietà hanno chiuso. Per tutti questi motivi nel 2018 non avremo nulla. E’ una cosa intollerabile soprattutto in un momento di forte rilancio della canapa in cui ogni anno aumentano le aziende che vogliono coltivare canapa ma non c’è seme a sufficienza. Dobbiamo importare le sementi dalla Francia o dall’Europa dell’est”.
Senza contare che la nostra canapa potrebbero competere senza problemi con le varietà che ad oggi siamo costretti ad importare. “Le nostre sono varietà ottime per varie applicazioni ma dobbiamo imparare a riprodurle e a migliorarle”.
La richiesta di Federcanapa è semplice: “Chiediamo al CREA, l’ente pubblico che detiene la proprietà di queste genetiche, che non vengano più date in esclusiva ad un singolo privato le sementi, ma che vengano affidate ad un gruppo di soggetti, che possano magari riprodurle a diverse latitudini, dal nord al sud Italia, per vederne l’adattabilità”.
La posizione è stata poi ribadita in una lettera inviata al CREA e firmata dai presidenti di ConfAgricoltura, CIA e Federcanapa in cui si ribadiscono 3 punti: la contrarietà per la decisione di affidare in esclusiva la licenza di moltiplicazione delle varietà Asso e Fibrante; il periodo molto breve concesso per la presentazione delle domande di interesse; ed infine la richiesta inusuale di allegare alla manifestazione d’interesse la dichiarazione di “assumersi l’obbligo di non commercializzare, pena decadenza immediata del Contratto, infiorescenze e/o qualsiasi altra parte della pianta… a scopo non specificamente autorizzato dal CREA (e.g. ludico, ricreativo, etc)”.
La risposta del CREA, per mano del presidente Salvatore Parlato, non si è fatta attendere. Ringraziando per l’interesse mostrato dal comparto, il presidente si rammarica per la tempistica della comunicazione, arrivata a ridosso della scadenza dell’avviso, rendendosi disponibile ad un incontro da organizzare presso il Mipaf, in cui “si possa condividere un percorso di valorizzazione delle varietà di canapa prodotte dalla ricerca e dalla sperimentazione CREA”.
Redazione di canapaindustriale.it