Il 2012 è stato un anno epocale per le strade (dissestate) di tutto il Paese. Per la prima volta dal 1948 è accaduto che le biciclette superassero le automobili, per lo meno riguardo alle vendite: 1.748.000 le prime, 1.450.000 le inquinanti (sempre meno?) quattro ruote, con 14 milioni di italiani che le utilizzano e 5 milioni che dichiarano di aver sostituito l’auto con una scattante due ruote.
Ma è stato anche l’anno in cui l’ingegnere tedesco Nicolas Meyer ha ideato la Onyx Hemp Bike, fatta per la maggior parte di canapa (60%) e poi bambù (15%) e polistirolo con l’integrazione di alluminio e carbonio, più resistente, secondo il creatore, delle fibre di carbonio e anche del solo bambù, col quale sono stati di recente creati alcuni modelli di biciclette.
Il telaio della bici è realizzato imbevendo la canapa in una speciale resina epossidica che viene poi arrotolata intorno ad un nucleo di polistirolo e alla fine del trattamento pesa 1,4 chilogrammi. La resistenza alla trazione e la rigidità del telaio sono paragonabili a quelle delle bici in carbonio, ma aumenta e migliora l’assorbimento degli urti.
Il progetto segue quello dell’ingegnere americano Craig Calfee che ha sviluppato un telaio prevalentemente a base di canne di bambù. Anche qui, fibre di canapa e resine epossidiche sono utilizzate per il composito di parti bambù.
Inoltre, Calfee, insieme a Bamboosero, mira alla produzione di biciclette di bambù in Paesi in via di sviluppo, in genere ricchi di questa materia prima e i primi progetti sono stati implementati in Zambia, Filippine, Uganda e Nuova Zelanda. Un’iniziativa, tra gli altri, sostenuta dalla Columbia University con obiettivo di permettere a questi Paesi di diventare produttori di queste due ruote.
Mario Catania (@Rioma82) per Canapaindustriale.it