Gli agricoltori degli Stati Uniti si preparano a raccogliere ben 50mila ettari coltivati a canapa. Una cifra enorme, soprattutto se si tiene conto del fatto che 3 anni fa ne erano stati seminati 10mila. Secondo i dati dell’associazione Vote Hemp, nel 2019 sono state chieste autorizzazioni per la coltivazione di oltre 200mila ettari, dei quali 90mila sono stati effettivamente coltivati e poco più della metà saranno raccolti a fronte di coltivazioni non andate a buon fine e altre non conformi.
Nel 2019 sono stati 34 gli stati in cui è stata seminata canapa industriale a fronte dei 46 (su 50 totali) in cui è stata resa legale la canapa industriale. Idaho, Mississippi, New Hampshire e South Dakota devono ancora stabilire quadri giuridici per regolamentare la filiera. Le licenze statali per la coltivazione della canapa sono state rilasciate a 16.877 agricoltori e ricercatori, con un aumento del 476% rispetto al 2018.
Con 90mila ettari coltivati gli USA sorpassano dunque il Canada e contendono il primato come primo coltivatore mondiale alla Cina, dalla quale non arrivano dati precisi.
Uno sprint dovuto anche al fatto che la canapa industriale è stata finalmente liberata sotto la presidenza Trump, eliminandola dalle sostanze controllate a livello federale. Il Farm Bill non si limita ad autorizzare a livello federale le coltivazioni di canapa con THC sotto lo 0,3%, entra invece nello specifico normando la coltivazione di tutte le parti della pianta, favorendo l’accesso ai finanziamenti per la ricerca ed eliminando le restrizioni che pesano sul settore bancario.
“Ora che abbiamo revocato il divieto federale sulla coltivazione della canapa, è tempo di costruire le infrastrutture ed espandere la coltivazione e il mercato dei prodotti della canapa in tutto il paese”, ha affermato Eric Steenstra, presidente di Vote Hemp.
La crescita della trasformazione è in gran parte destinata all’estrazione, che “posiziona bene l’industria della canapa per soddisfare la domanda del mercato di estratti”, ha dichiarato Vote Hemp, “ma sono necessari ulteriori investimenti per la lavorazione di fibre e prodotti alimentari”.
Non solo, perché i coltivatori di canapa industriale potranno beneficiare di un’assicurazione delle colture nell’ambito del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) a partire dal 2020. Le aziende e gli agricoltori che coltivano canapa per fibre, fiori o semi saranno ammissibili a partire dalle colture del prossimo anno, nell’ambito del programma recentemente annunciato attraverso il Whole-Farm Revenue Protection (WFRP) dell’USDA, sotto l’Agenzia del Risk Management (RMA) del Dipartimento. Il WFRP consente la copertura di tutte le entrate per le materie prime prodotte, fino a un massimo di 8,5 milioni di dollari.
Mario Catania