L’idea delle autorità della Repubblica di Buriazia, terra siberiana della federazione Russa al confine con la Mongolia, era quella di dare il via ad un progetto di coltivazione di cannabis industriale, al posto delle piante di canapa che crescono, spontanee e selvatiche, sul territorio.
Per questo i coltivatori l’estate scorsa sono stati incoraggiati dal governo a coltivare a canapa i propri campi, ricevendo semenze selezionate, le cui piante non avrebbero dovuto superare, una volta cresciute, il livello massimo di THC consentito.
Ma la scoperta fatta da un contadino ha sconvolto i piani. Dopo aver piantato circa 300 kg di semi, si è accorto che il clima e la terra siberiane favoriscono naturalmente il THC.
Il raccolto finale conteneva in media infatti un contenuto di THC dello 0,7%, “sette volte il massimo consentito dalla legge russa”, come ha spiegato Nizmazhap Badmayev, un biologo coinvolto nel progetto. “Il nostro clima è continentale – ha precisato – con basse precipitazioni. Per cui la pianta si adatta al nostro clima secco aumentando la concentrazione di THC. Non importa la genetica, le condizioni di coltivazione lo fanno comunque alzare”.
Nonostante l’errore iniziale, le autorità sono ancora fiduciose nel fatto che il piano possa funzionare. Il ministero agricolo ha infatti riferito di aver stanziato circa 10mila euro per la coltivazione di un altro campo.
Fonte: Leafscience.com
Redazione Canapaindustriale.it