La Commissione europea ha comunicato che il CBD può essere qualificato come alimento. Non solo, perché è evidente che la Commissione abbia già recepito la sentenza della Corte di Giustizia europea secondo la quale il CBD non può essere considerato uno stupefacente, affermando che non dovrebbe essere considerato uno stupefacente ai sensi della Convenzione Unica delle Nazioni Unite sugli stupefacenti del 1961.
Insomma, un altro importante risultato per la pianta che ieri, all’ONU, è stata eliminata dalla tabella IV, quella riservata alle sostanze più dannose e senza valore medico.
Ne ha dato notizia la EIHA, sottolineando di aver ricevuto una lettera dalla Commissione europea in cui si afferma che il CBD può essere qualificato come alimento e, pertanto, la domanda di EIHA per i nuovi alimenti è stata ripresa. Il riferimento è alle domande fatte da aziende europee per iscriverei propri prodotti a base di CBD nel catalogo dei Novel Food, una procedura che era stata sospesa a settembre, proprio perché la Commissione aveva comunicato che stava pensando di considerare il CBD come uno stupefacente.
“È un momento davvero storico per l’umanità: le Nazioni Unite, sulla base delle raccomandazioni dell’OMS, hanno riconosciuto il valore medico della cannabis, rimuovendolo dalla Tabella IV della Convenzione del 1961. Infine, l’utilità medicinale della cannabis è stata ufficialmente riconosciuta”, afferma il presidente dell’EIHA Daniel Kruse. “Dopo questa storica votazione, vale la pena sottolineare che la canapa industriale e il CBD non medico rimangono ancora fuori dal campo di applicazione della Convenzione Unica. Ecco perché la seconda decisione di questa settimana è ancora più importante per il nostro settore: alla luce dei commenti ricevuti, tra l’altro dall’EIHA e dalla recente sentenza della Corte di giustizia europea, la Commissione europea conclude che il CBD non dovrebbe essere considerato uno stupefacente e può essere qualificato come cibo. Come presidente dell’EIHA e come pioniere dell’industria della canapa per 26 anni, ringrazio davvero l’ONU e la nostra Commissione europea per questi fantastici regali di Natale”.
Andando nel concreto, la recente dichiarazione della Commissione significa che la verifica della validità della domanda di EIHA per i nuovi prodotti alimentari è stata riconsiderata. “Come previsto, la sentenza della Corte di giustizia europea ha avuto un effetto positivo sulla posizione della Commissione. Ora che il CBD può essere qualificato come alimento, l’applicazione congiunta di EIHA Novel Food è perfettamente impostata per raggiungere la valutazione della sicurezza e gli standard per la nostra crescita industriale”, commenta Lorenza Romanese, amministratore delegato dell’EIHA. “Anche noi diamo il benvenuto al voto delle Nazioni Unite, che sfocia in una moderna e solida approccio scientifico nei confronti della cannabis in generale”.
Questo provvedimento significa che automaticamente anche in Italia sarà possibile vendere prodotti alimentari a uso umano (o animale) contenenti CBD? Non proprio, nel senso che per il regolamento europeo questi prodotti dovrebbero prima essere iscritti al catalogo dei Novel Food, una procedura complessa e costosa per la quale la EIHA ha però creato un consorzio per poter presentare domande in forma associata.
Ad ogni modo il segnale è chiaro: anche in Europa si sta andando nella direzione di aprire il mercato ai derivati della canapa nelle sue diverse forme, ed era ora.
Vesna Zujovic