Bioplastica con canapa per l’Italia e l’Europa: l’intervista a LATI

Bioplastica in canapa //

Grazie all’accordo tra LATI Industria Termoplastici e The Hemp Plastic Company la bioplastica con canapa sarà disponibile anche in Italia e in Europa. Ma di quali tipologie di materiali parliamo? E quali sono le prospettive per il futuro?

Per saperne di più abbiamo intervistato Francesco Manarini di LATI industria Termoplastici.

Come è nata la collaborazione tra LATI e The Hemp Plastic Company?

bioplastica

Bioplastica con canapa per il settore automotive

LATI è una azienda specializzata in compound termoplastici, modificati e rinforzati, destinati ad applicazioni tecniche in ambito automotive, elettrico, industriale ed elettrodomestico. Sebbene si tratti di settori con requisiti tecnici molto stringenti, già da diversi anni LATI è impegnata nello studio di versioni sostenibili sviluppate partendo da plastiche derivanti da fonti rinnovabili (famiglia dei LATIGEA) o su plastiche riciclate (famiglia dei LATIECO). Alcune versioni sono additivate con farina di legno e/o biomasse provenienti da scarti di lavorazione della filiera agroalimentare.
L’R&D LATI già aveva sperimentato con successo plastiche contenenti scarti di lavorazione della canapa per la startup siciliana Kanèsis. Da qui è nato il contatto con Hemp Plastic, la quale già annoverava in gamma diversi prodotti interessanti, ossia plastiche e bioplastiche additivate con polvere di canapa: materiali utilizzabili anche in settori a noi meno familiari come quello del packaging cosmetico.

Che tipi di plastica e bioplastica contenente canapa importerete in collaborazione con l’azienda statunitense?
Principalmente polipropilene e polietilene, plastiche molto versatili e diffuse, ma anche biopolimeri come il PLA. Tutti i polimeri saranno additivati col 25% di polvere di canapa che ne ridurrà l’impatto ambientale. In futuro non escludiamo però di sviluppare con HEMP Plastic anche nuove versioni sulla base degli input di mercato.

Questi materiali saranno destinati a tutti i settori o saranno dedicati a settori specifici? In questo caso, quali?
Il mondo dei materiali plastici è estremamente variegato e complesso: ogni settore applicativo, dalla bottiglia d’acqua alla componentistica di satelliti, ha dei requisiti meccanici, chimici e termici differenti. Tenendo conto di questi fattori, riteniamo che tali prodotti possano essere adatti per applicazioni nell’ambito del design, dell’oggettistica, della cancelleria, dell’arredamento o del packaging cosmetico. Non escludiamo però applicazioni tecnicamente più sfidanti, come nel settore auto, in componenti non soggette a temperature troppo elevate alle quali sia richiesta leggerezza e una maggiore sostenibilità.

Attualmente, esiste la possibilità di utilizzare plastica con canapa per gli imballaggi o per sostituire il PET usato per le bottiglie di plastica?

Premetto che oggi il PET è in assoluto, come dimostrato da numerosi studi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment), il materiale

penne in bioplastica di canapa

Penne in bioplastica di canapa

più sostenibile rispetto a tutte le sue alternative, siano esse alluminio, vetro o sistemi multistrato. Tutto questo grazie alla sua facilità di riciclo, la sua leggerezza che riduce le emissioni di CO2 in fase di trasporto e la temperatura di fusione del polimero, molto più bassa rispetto a vetro e alluminio. Il PET riciclato (rPET), è oggi in assoluto la soluzione più sostenibile e a basso impatto presente sul mercato. Purtroppo una non corretta comunicazione, priva di basi scientifiche, sta spingendo verso soluzioni alternative al PET, in tutti i casi peggiorative, a livello di consumi ed emissioni di CO2 nel ciclo di vita. Quel che è certo, è che bisogna attuare una azione di educazione al riciclo e facilitare, incentivandola in tutti i modi; la raccolta, oggi ancora troppo scarsa e poco strutturata.
I materiali caricati canapa di HEMP plastic potranno sicuramente trovare una loro collocazione nell’ambito del packaging, in modo particolare dove è richiesta anche un’estetica accattivante, ma di certo non in alternativa al PET delle bottiglie.

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Vaso in bioplastica di canapa

Dopo l’annuncio dell’accordo o nei mesi precedenti, avete ricevuto richieste simili anche da altre aziende che si occupano di bioplastica con canapa o The Hemp Plastic Company è l’unica che si è fatta avanti o con la quale siete in contatto?
Come dicevo, da quasi quindici anni LATI si sta impegnando nella ricerca e messa a punto di prodotti su plastiche sostenibili e derivanti da fonti rinnovabili diverse dal petrolio; in tal senso abbiamo già sviluppato numerose collaborazioni con fornitori di materia prima. Ultimamente la Ricerca e Sviluppo si sta concentrando molto nell’esplorazione di biomasse di diverso tipo, e non escludiamo di proporre sul mercato nuove soluzioni ecosostenibili nei prossimi mesi.

Dal punto di vista della distribuzione, visto che l’accordo è stato fatto esclusivamente per il mercato europeo, voi sarete l’unico referente in Europa?
Per quanto riguarda i prodotti di THPC l’accordo di distribuzione non è formalmente in esclusiva, ma l’intenzione è di collaborare al massimo sfruttando la presenza capillare di LATI in Italia ed Europa occidentale

Guardando al futuro, inizierete anche a produrre bioplastica con canapa in Italia, così da eliminare le emissioni dovute all’importazione? Se no, quali sono attualmente i limiti legati a questa opzione?
Quando si valuta l’impatto di un materiale si deve tenere conto di tantissimi fattori, che vanno posti su una bilancia per quantificare la reale sostenibilità di tale materiale. In questo caso, l’importazione dagli Stati Uniti può sicuramente essere un punto a sfavore, ma va posto in relazione anche coi vantaggi offerti da tali prodotti, realizzati su impianti strutturati e ottimizzati per realizzare tali materiali.
Indubbiamente, avendo chiaro l’interesse di LATI verso soluzioni sostenibili, non escludiamo in futuro implementazioni per ridurre ulteriormente l’impatto dovuto all’importazione, magari producendo noi tali materiali sui nostri impianti partendo da materie prime acquistabili in Italia o in Europa.

Martina Sgorlon

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