La felpa in canapa made in Italy per una moda più sostenibile: intervista a Banuia

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[et_pb_column type=”4_4″][et_pb_text admin_label=”Text”]L’utilizzo della canapa nel settore tessile è una pratica antichissima, che, sfortunatamente, con l’avvento del fast fashion e delle fibre sintetiche è andata via via scomparendo, soprattutto nel nostro Paese. Oggi, però, il panorama nazionale sta lentamente mutando grazie ad aziende grandi e piccole che stanno riscoprendo questa tradizione e provano a darle nuova vita. Tra queste anche BANUIA, brand di abbigliamento made in Italy fondato da Giacomo Tamburino, laureato in Management Engineering al Politecnico di Torino, e Filippo Salom, laureando in Global Law and Transnational Legal Studies all’Università di Torino, rispettivamente 25 e 24 anni. BANUIA ha fatto della sostenibilità, dello sport e dell’arte i suoi tre concetti chiave e nasce con l’obiettivo di progettare capi adatti sia all’utilizzo quotidiano che a quello sportivo e in grado di durare nel tempo.

Per saperne di più abbiamo intervistato Giacomo Tamburino, co-founder del brand BANUIA.

Da dove nasce il nome BANUIA?
Il nome BANUIA è frutto della creatività e dell’immaginazione di noi fondatori. Volevamo trovare un nome forte e di carattere giovanile con l’obiettivo di diventare una parola di riferimento nel contesto internazionale della moda sostenibile.

Da dove è nata l’idea di creare dei capi di abbigliamento con il 70% di canapa e cosa vi ha spinto a creare BANUIA?
L’idea è nata da un’esigenza. Sia io che Filippo abbiamo una grande passione per le attività sportive e il mondo dell’abbigliamento. Dopo aver scritto una tesi sull’economia circolare mi sono reso conto di quanto sarebbe stato bello avere un capo sostenibile per la nostra routine, dall’università alle attività sportive. La maggior parte dei prodotti in commercio è realizzato in poliestere, soluzione non troppo vicina all’ambiente. Pertanto, dopo una lunga e peculiare ricerca, abbiamo optato per l’utilizzo di un tessuto in canapa per creare un prodotto adatto a supportare qualsiasi tipo di stress, garantendo allo stesso tempo la più alta qualità possibile generata dalla professionalità dei sarti italiani.

Sul profilo Instagram di Banuia si fa riferimento in particolare a una felpa realizzata in canapa. La collezione sarà composta da altri capi?
Cominceremo unicamente con una linea di felpe, successivamente porteremo nel mercato altre collezioni sempre legate nel contesto sportswear.

A quale pubblico vi rivolgete principalmente?
Il capo è stato idealizzato e progettato per l’utilizzo in qualsiasi tipo di attività, dall’uso quotidiano, alle attività di svago e di lavoro fino all’utilizzo in sport estremi.

Quali vantaggi presenta la canapa rispetto ai tessuti, per così dire, tradizionali? Quali sono le caratteristiche del vostro prodotto in termini di comfort, vestibilità e praticità?
Il nostro tessuto in canapa garantisce resistenza, traspirabilità e comfort. La pianta di canapa è per definizione una pianta dalle grandissime virtù ambientali: utilizza un quarto di acqua rispetto al cotone e non richiede pesticidi per crescere. Inoltre, arricchisce il terreno di azoto e, nella rotazione delle coltivazioni, incrementa la produzione del 20% oltre ad essere una delle piante con i più alti tassi di assorbimento di CO2.
Il tessuto derivante è per definizione un’opzione organica, traspirante, che incrementa la sua morbidezza dopo ogni lavaggio. Ha delle incredibili proprietà antibatteriche e anti allergiche, dovute alla particolare composizione naturale della fibra stessa, consideri che il 10% delle dermatiti riscontrate in Italia è dovuto all’utilizzo di tessuti sintetici e tinture chimiche. Il capo BANUIA è tinto con una tintura certificata Eco-Friendly ed è interamente costituito da tessuto naturale. La combinazione di queste caratteristiche genera un prodotto che, in un certo senso, è amico della pelle. Oltre a ciò, il lavaggio in lavatrice di un capo costituito da tessuto sintetico rilascia microplastica che defluisce negli oceani rovinando la fauna marina, mentre un nostro capo previene il rilascio di microplastica nei lavaggi. Non solo, il capo si differenzia per la resistenza del suo tessuto e la morbidezza e la vestibilità del suo interno e del suo design ed è progettato per durare e resistere nel tempo, pertanto per evitare sprechi.

Da dove arriva la materia prima? Le realtà con le quali collaborate lungo la filiera sono italiane?
‌La filiera produttiva della realizzazione dei capi di abbigliamento avviene in italia, tra la Sicilia e la Lombardia. Inoltre al momento stiamo realizzando un progetto chiamato “Banuia Farm”, in cui per ogni prodotto BANUIA acquistato pianteremo 10 piante di canapa tessile in zone desertificare Italiane. Il nostro obiettivo è riportare in Italia un’antichissima tradizione tessile ormai da più di 60 anni svanita e, allo stesso tempo, riassorbire tutta la CO2 prodotta lungo la catenda di produzione e spedizione del capo rendendo l’intero progetto a bassissimo impatto ambientale. Oggigiorno le principali filiere di produzione di fibra di canapa sono tutte estere, principalmente collocate tra Asia e USA.

Quali sono state le sfide più grandi legate all’ideazione e alla realizzazione dei vostri prodotti?
La sfida più grande è stata la sperimentazione e la messa in opera del tessuto che genera il capo BANUIA. Abbiamo fatto tantissimi esperimenti fino a trovare la migliore opzione per creare un capo davvero unico, progettato per durare nel tempo, avere altissime performance, ma, principalmente, essere comodo all’utilizzo quotidiano.

Quali sono i vostri progetti per il futuro? Vi piacerebbe di ampliare la collezione?
Al momento stiamo ideando una campagna basata sui perni dell’economia circolare. Purtroppo l’industria dell’abbigliamento è il secondo settore più inquinante al mondo, le discariche sono piene di vestiti, basti pensare che ogni anno vengono gettati in discarica l’equivalente di metà della superficie lunare, questo è inaccettabile. Pertanto il nostro obiettivo è evitare che i nostri capi finiscano in discarica. Per farlo stiamo dando vita a questo progetto: una volta che il capo si usura, il cliente può spedire indietro il suo capo BANUIA e ricevere uno sconto sull’acquisto di uno nuovo. Questo ci permette di riutilizzare il vecchio capo e dargli una seconda vita evitando di inquinare e occupare spazio in discarica. A parte questo abbiamo tantissimi nuovi progetti in mente, ma per ora li lasciamo al frutto della vostra immaginazione.

Martina Sgorlon[/et_pb_text][/et_pb_column]
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