Canapa come mangime per le mucche: meno stress e infezioni

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In questo articolo
1 / Canapa come mangime per le mucche: meno stress e infezioni
2 / La ricerca delle Oregon State University: i risultati dello studio
3 / Canapa come mangime: i possibili risvolti e la situazione in Italia

La biomassa di canapa utilizzata per estrarre CBD è stata utilizzata in due diversi studi scientifici americani come mangime per mucche e ovini e il risultato dice che gli animali sono meno stressati e che resistono meglio alle infezioni respiratorie.

E’ l’ennesimo esempio di come gli scarti della pianta della meraviglie, invece che creare un problema di smaltimento, possono essere utilizzati come valore aggiunto all’interno di un’azienda agricola.

Canapa come mangime per le mucche: meno stress e infezioni

I ricercatori della Kansas State University hanno infatti messo nero su bianco che la canapa potrebbe essere un modo naturale per diminuire le infezioni respiratorie legate allo stress e altri disturbi quando il bestiame viene trasportato o svezzato dalle loro madri.

Mike Kleinhenz, assistente professore di medicina della produzione bovina al K-State College of Veterinary Medicine, ha pubblicato i risultati dello studio recentemente su Scientific Reports.

“Potremmo avere un modo più naturale per ridurre lo stress nel bestiame”, ha detto. “E stiamo solo iniziando a fare luce su alcuni dei benefici”.

Lo studio di Kleinhenz ha coinvolto 16 manzi Holstein. Per due settimane, metà dei manzi ha consumato mangime tradizionale e l’altra metà ha mangiato una miscela di mangime con canapa industriale. Si tratta di una varietà di cannabis che contiene il composto chimico CBD con livelli più bassi del componente psicoattivo THC

Kleinhenz e il suo team hanno seguito i movimenti del bestiame e anche monitorato il loro sangue per il cortisolo e le prostaglandine, che sono biomarcatori di stress. Rispetto al gruppo di controllo, i manzi che mangiavano canapa passavano più tempo sdraiati e avevano livelli più bassi di ormoni dello stress.

I bovini che sono più rilassati potrebbero beneficiare gli allevatori quando è il momento di svezzarli o di spostarli, quando lo stress da vicinanza a volte porta a infezioni respiratorie o altri disturbi.

La ricerca delle Oregon State University: i risultati dello studio

Obiettivo specifico della ricerca il determinare in particolare gli effetti che le diverse quantità e qualità di sottoprodotto della canapa potevano avere sugli animali e sul loro comportamento. Per farlo sono stati effettuati un’attenta analisi sul funzionamento dell’apparato digerente e un monitoraggio del tempo necessario allo stesso sistema per abbattere le minuscole quantità di composti psicoattivi (THC) nella pianta.

Per lo studio, i ricercatori hanno utilizzato la canapa come sostituta dell’erba medica, che è caratterizzata da una simile composizione, ma è meno ricca di proteine e grassi. La biomassa di canapa è stata sostituita in quantità e periodi di tempo variabili per permettere un’analisi più completa e approfondita.

Nel primo gruppo di ovini coinvolti, per esempio, gli animali sono stati nutriti per un periodo tra tre quattro e le otto settimane con il 10-20% di canapa (il 10% riservato agli agnelli); nel frattempo è stato mantenuto un gruppo di controllo alimentato solo con erba medica. Al termine delle otto settimane, i risultati iniziali hanno dimostrato che gli animali sottoposti alla dieta a base di canapa hanno avuto una risposta nettamente positiva alla nuova alimentazione, registrando un aumento di peso corporeo, oltre che un miglioramento generale delle metriche legate alla salute dell’organismo.

Le mucche da latte, invece, durante lo studio sono state alimentate con il 15% di biomassa di canapa per un periodo di quattro settimane. Al termine del periodo è emerso che a una maggior produttività (con un latte che mostrava una composizione di grassi inferiori) corrispondeva anche una diminuzione dell’appetito.

Ora saranno necessari ulteriori approfondimenti per analizzare più nel dettaglio percentuali, dosi e durata di un’alimentazione a base di canapa a seconda della tipologia di animale. A questo si aggiungeranno nuovi studi sul pollame.

Canapa come mangime: i possibili risvolti e la situazione in Italia

 Se gli studi dovessero autorizzare all’uso di biomassa di canapa come mangime per animali, i risvolti sarebbero principalmente economici e andrebbero a influenzare l’intero settore, creando un nuovo mercato generato da quelli che per il momento sono considerati solo scarti. In questo modo, inoltre, si andrebbe a rivalutare l’intero valore economico della pianta e a incentivare il mercato circolare e sostenibile dove gli sprechi sono ridotti al minimo.

Una valutazione simile, inoltre, è in corso anche in Italia, dove Ruggero Amato, Dottore in Medicina Veterinaria, ha analizzato il potenziale della canapa ad alti livelli di CBD come mangime per gli animali, un utilizzo, questo, che potrebbe aiutare concretamente sia le piccole aziende — dal punto di vista economico e dal punto di vista logistico e organizzativo — sia gli stessi animali.

“Tralasciando il fatto che la canapa è una pianta resistente, facile da coltivare e con riscontri ecologici positivi, tutti aspetti importanti in agricoltura, ci siamo focalizzati innanzitutto sulla elevata percentuale di CBD, che avrebbe potuto aiutare gli animali a sopportare meglio lo stress, considerato la prima causa, per quanto riguarda gli animali da latte, di diminuzione della produzione e che può avere origine da varie cause: stress idrico, legato alle condizioni igienico sanitario carenti, sovrappopolazione, e così via”, ha spiegato Amato in un’intervista rilasciata a Canapa Industriale. “Trovare il modo di rendere gli animali meno stressati era uno degli obiettivi principali sia per gli animali sia, ragionando in termini di produttività, per gli allevatori”.

Redazione di Canapaindustriale.it

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