Grazie ad una nuova legge entrata in vigore questo mese, i canapicoltori in Lituania possono ora coltivare e vendere il fiore di canapa anche sul mercato domestico. Ne ha dato notizia Hemp Today specificando che i coltivatori del paese erano già autorizzati a coltivare il fiore per l’esportazione, ma nel mercato domestico erano ammessi solo paglie e semi.
Insomma, un grande passo in avanti per tutto il settore della canapa lituana, lo stesso che i canapicoltori italiani attendono dalla fine del 2016, quando la legge quadro sulla canapa industriale venne approvata eliminando il paragrafo, fino ad allora previsto, proprio sul fiore di canapa. Un vulnus che ancora oggi pregiudica lo sviluppo del settore e che vede alcune procure, come ad esempio quella di Parma o quella di Cagliari, continuare a fare sequestri e processi a coltivatori e commercianti. Poco importa se poi la maggior parte dei procedimenti si risolve con un nulla di fatto e con la restituzione delle piante o della merce sequestrata: il danno ormai è fatto. Mentre, dall’altro lato, ci sono aziende che pur lavorando nelle stesse medesime condizioni, riescono a portare avanti la propria attività senza particolari problemi. Sono stati fatti tavoli tecnici, riunioni, proteste ma nulla cambia: siamo in questa situazione da ormai quasi 5 anni e il settore sopravvive grazie a coraggiosi e onesti agricoltori e imprenditori che portano avanti la propria attività alla luce del sole, ma con un grosso rischio che non è possibile eliminare del tutto.
Intanto il resto del mondo va avanti, regolamenta e ricrea lo stesso identico mercato che era stato “inventato” in Svizzera e in Italia. Per la cronaca, la Svizzera ha proceduto subito nel considerare le infiorescenze di canapa come un sostitutivo del tabacco, adattando le norme ed evitando così qualsiasi problema.
E anche la Lituania procede in questa direzione. “Siamo felici di questo progresso – meglio tardi che mai”, ha detto Audrius Kliopkinas della società lituana Hempspot. “Ma ci aspettiamo ancora che il governo vada avanti con altri cambiamenti che permetteranno alla Lituania di essere competitiva con gli altri paesi dell’UE”.
Ma anche nel paese dell’est la canapicoltura locale ha i suoi problemi. Il paese nel 2019 si era attestato come secondo coltivatore europeo di canapa dietro la Francia con più di 9mila ettari coltivati. Un numero che nel 2020 si è ridotto di quasi la metà, facendo registrare 5300 ettari coltivati a canapa a causa dell’improvvisa impennata delle coltivazione e la conseguente offerta eccessiva di prodotti sul mercato.
Altro punto sul quale insistono i canapicoltori lituani, è la richiesta di regolamenti per il settore del CBD. I prodotti sono già presenti nel paese ma mancano delle leggi chiare. Secondo Hemp Today il passaggio successivo sarà quello di allinearsi ai regolamenti europei con le regole dell’UE che permettono la sua vendita negli stati membri e il commercio attraverso i confini dell’UE. Una scelta invocata in tempi non sospetti anche dall’Italia, e messa nero su bianco proprio su Canapindustriale.it dall’avvocato Giacomo Bulleri, purtroppo, ad oggi, rimasta inascoltata.
Mario Catania