Si era incatenato per protesta dopo che il suo negozio era stata posto sotto sequestro. E’ la vicenda di Gesmundo Virgilio, titolare del Green Planet, che oggi, come ha annunciato l’avvocato Lorenzo Simonetti che lo difende, è stato finalmente dissequestrato.
Nel momento dell’irruzione delle forze dell’ordine le infiorescenze di cannabis light non erano in esposizione, ma cautelativamente erano state spostate in magazzino: un’accortezza che non era bastata ad evitare i sigilli all’attività.
“Non mi sono sentito italiano durante la festa della Repubblica perché mi è stato tolto il lavoro che è il primo diritto previsto dalla nostra Costituzione. E non credo che questo provvedimento abbia fermato lo spaccio, anzi, probabilmente la criminalità organizzata sabato sera ha festeggiato”. Aveva spiegato Gesmundo a Dolce Vita spiegando che: “Hanno chiuso 4 negozi pensando che Caserta il giorno dopo fosse più sicura, quando non è così. E se avessero usato la stessa tempestività e lo stesso spiegamento di forze per chiudere le piazze di spaccio, io oggi sotto casa mia non vedrei lo scempio a cui sono costretto ad assistere”.
Poi era passato ai fatti e si era incatenato alla serranda del negozio, resistendo per ore e ore prima che un malore lo costrinse ad abbandonare la protesta,
L’avvocato Simonetti ha raccontato che è stata: “Accolta la nostra richiesta dallo stesso Giudice che aveva disposto il sequestro, senza necessità di attendere i termini per la fissazione dell’udienza al riesame di Napoli”.
Dunque una storia a lieto fine in questo accanimento mediatico ed istituzionale nei confronti di attività lecite e legali, che hanno la SCIA e pagano le tasse, che può dare speranza ed essere d’esempio per tutto il settore, mentre i sequestri non si fermano e le attività che coinvolgono migliaia di piccoli imprenditori e famiglie, continuano ad essere minacciate.
Redazione di canapaindustriale.it