Ricerca, sperimentazione, nuovi mercati. Il settore della canapa industriale è fortemente orientato all’innovazione, non solo di prodotto ma anche di processo e nelle vendite. Lo sa bene. Cesare Quaglia, cofondatore di Assocanapa, che, partendo dallo stato attuale del settore, ci ha raccontato le novità dell’associazione.
“Nel mercato sta aumentando la domanda di estratti del CBD. Negli ultimi dieci anni l’utilizzo della canapa è cresciuto: da prima solo per fabbricare la paglia o per uso alimentare, oggi anche in settori come la biomassa vegetale o per impieghi tecnici più qualificati”, ha detto.
Assocanapa tutela e diffonde la coltivazione della canapa e il suo impiego nei vari compartimenti di produzione. Dal 2002 si occupa di sementi e ad oggi conta 422 soci e 700 imprese fra aziende agricole e altre realtà produttive.“Il sistema della filiera – ha spiegato – è quello più vantaggioso per tutti. Nella nostra associazione sono coinvolte decine di imprese che lavorano tutte per un obiettivo comune”. Si tratta di un modello del tutto ecosostenibile che funziona in tutti i settori dell’agricoltura e quindi anche nella coltivazione della canapa. I numeri infatti dicono che ogni anno le superfici coltivate di Assocanapa crescono del 50%.
Nonostante le parole di entusiasmo di Cesare Quaglia, gli imprenditori oggi incontrano delle difficoltà, iniziate con le dichiarazioni del ministro dell’Interno, Matteo Salvini (“farò chiudere i negozi uno ad uno”) e proseguite poi con la sentenza della Cassazione che stabilisce che la vendita di infiorescenze è illegale a meno che non siano prive di effetto drogante. “Negli ultimi tempi la cannabis light è finita nel tritacarne della strumentazione politica. Ciò è un limite perché è un settore del mercato che aveva avuto un ottimo andamento”, ha affermato. “Il paradosso – continua- è che le specie italiane sono molto richieste all’estero”.
Gli ordinati non mancano sia da paesi continentali che fuori dall’Ue che però hanno compreso il valore e le ricadute economiche della canapa industriale. Intanto il gruppo non si è fatto abbattere dalla situazione attuale e, nonostante i problemi incontrati con la Carmagnola, sta sviluppando una nuova varietà di canapa: si tratta della Piedmont Pride, a cui sono arrivati dopo un lungo lavoro di selezione e che adesso è in corso di certificazione. “Questa tappa della Piedmont Pride – ha concluso – seppur preliminare, rafforza il nostro lavoro sui sementi sotto lo 0,2% di THC che produciamo e moltiplichiamo”.
Matteo Melani