Levi’s, il brand più famoso al mondo per la produzione di jeans, ha annunciato una nuova linea di prodotti che conterraneo anche canapa, oltre al cotone. Più che una novità si tratta di un ritorno alle origini, sia per un dei capi più iconici dei nostri tempi, sia per i mitici primi paia di questo tipo di calzoni prodotti oltreoceano, che secondo diverse testimonianze, furono prodotti con il taschino che ancora oggi viene riproposto in quasi tutti i modelli all’interno della tasca destra, fatto di canapa per poter supportare il peso delle pepite d’oro che i cercatori mettevano al loro interno, ed evitare di perderle.
Ma all’origine del tessuto jeans, c’è anche la canapa italiana. E’ un racconto che affonda le radici in un passato di cui abbiamo testimonianza ancora oggi; i visitatori che si recano al Museo diocesano del capoluogo ligure, infatti, si possono vedere paramenti sacri su tele blu in fibra di lino tinte con l’indaco risalenti al 1500. Secondo diversi studiosi, Giuseppe Garibaldi fu il primo “personaggio famoso” ad aver indossato un paio di jeans e quegli stessi pantaloni usati per lo sbarco a Marsala sono conservati al Museo del Risorgimento a Roma.
E la canapa sembra aver avuto un ruolo importante, visto che l’origine del tessuto è il fustagno, che aveva la trama (cioè il filo orizzontale) di cotone, mentre l’ordito (il filo verticale) di lino o canapa e talvolta di entrambi. A Genova a partire dal ‘700 viene creato il tessuto chiamato tela di Genova, che inizialmente veniva usato per ricoprire le navi in partenza e successivamente come pantalone robusto per i portuali a cui servivano abiti resistenti ed oltreoceano diventerà il jeans, blu perché tinto con l’indaco che si lavorava in città, in Francia usavano il tessuto di Nîmes, quindi de-Nîmes diventa denim.
“Forse non tutti sanno che nell’Ottocento nelle due valli si produceva la canapa, e che questa veniva lavorata con i mulini ad acqua della Val di Vara, soprattutto a Val di Pino, nel comune di Riccò. La canapa veniva battuta è trasformata in tela che veniva colorata con un blu naturale e poi cardata con acqua per renderla più morbida e scolorita. Questa tela veniva contrabbandata con il sale, allora monopolio della Repubblica genovese. Era la tela di Genova che, poi, al di là dell’Atlantico diventerà jeans”, ha raccontato presidente del Parco Montemarcello Magra-Vara Pietro Tedeschi, che a questa storia vorrebbe dedicare un museo.
Intanto Levi’s, per la nuova linea Wellthread™ x Outerknown, creata per perseguire gli intenti ecologici dell’azienda, ha creato un paio di jeans e un giacchetto dello stesso materiale, oltre ad una camicia, che saranno composti al 70% da cotone e per il restante 30% in canapa. “La canapa è stata ricavata da un raccolto alimentato solo dalla pioggia e quindi ha ridotto l’acqua utilizzata nella coltivazione delle fibre di circa il 30%”, sottolinea l’azienda. Ma i vantaggi di utilizzare canapa al posto del cotone non finiscono qui. In generale la canapa richiede il 50% in meno di acqua per essere coltivata, e pochi o nessun pesticida, mentre il cotone è considerato tra le coltivazioni più inquinanti del pianeta. Secondo le stime del WWF il cotone è pari al 2,4% dei campi coltivati nel mondo, ma incide sulle vendite globali di insetticidi per il 24% e di pesticidi per l’11%. Inoltre la fibra di canapa e più resistente e assorbente del cotone. Regola l’umidità del corpo in modo naturale, rimane fresca d’estate e trattiene il calore d’inverno, ha proprietà antiruggine e antimuffa e inoltre protegge dai raggi UV.
Secondo il brand statunitense, “la collezione è simbolo dell’approccio a più fronti necessario per trasformare la moda. È anche l’ultima di una serie di innovazioni e collaborazioni che hanno fatto di Levi Strauss & Co. un riferimento come centro di innovazione per il design sostenibile”.
L’azienda ha raccontato di aver trattato la canapa con un processo ad hoc per renderla più morbida. Il 2018 per gli Stati Uniti è stato l’anno del boom delle coltivazioni di canapa industriale, dopo l’approvazione del Farm Bill che l’ha resa legale anche a livello federale. Noi in Italia abbiamo Salvini che vuole chiudere i negozi di canapa, in America Trump ha reso definitivamente legale la canapa industriale e ora la Levi’s la usa per farci i jeans. Questa crescita ha seguito durante tutto l’anno il processo di approvazione della legge ed ha fatto triplicare le coltivazioni: ad oggi gli USA con i loro 31mila ettari, sono il terzo coltivatore al mondo, dopo la Cina e il Canada.
Oggi in America esistono diverse produzioni di Jeans in canapa, proposti ad esempio da Hemp Blue, da Dash Hemp o dalla canadese Rawganique, speriamo che una possibile ripresa della filiera tessile, possa far avviare anche una produzione nel nostro paese.
Mario Catania