La legge regionale del Piemonte, che prevede incentivi per circa 250mila euro in 3 anni alla filiera, è stata approvata dalla III Commissione in consiglio regionale. Ora il provvedimento passerà all’esame della I Commissione (Bilancio) per la valutazione della norma finanziaria, e del Comitato per la qualità della formazione per l’esame della clausola valutativa.
Per Ivano Martinetti, consigliere del M5S che aveva presentato la legge, “prevede il raccordo delle filiere territoriali locali, il sostegno all’attività di sementiera, alla meccanizzazione delle fasi di coltivazione, alla raccolta, movimentazione e stoccaggio, alla tracciabilità dei prodotti, all’anagrafica dei produttori e molti altri aspetti utili al comparto”.
Non solo, il consigliere sottolinea che: “La produzione della canapa, considerata l’oro verde del Piemonte fa parte un’antica tradizione piemontese che, purtroppo, è stata abbandonata intorno alla metà del Novecento”.
“Nel ddl di Bilancio – conclude Martinetti – sono stati stanziati per il provvedimento 84 mila euro per ciascuno degli anni del prossimo triennio. Ne erano stati chiesti 500mila per ogni annualità. Comprendiamo il difficile momento e riteniamo queste risorse un primo passo. Tuttavia, auspichiamo un aumento in sede di Assestamento di Bilancio. Si tratta, infatti, di una legge che può rilanciare una parte importante dell’economia piemontese”.
Noi intanto ne abbiamo parlato con Andrea Balice di Cannaben, start up innovativa che si sta costituendo che, oltre ad aver contribuito con qualche osservazione alla legge, sta mettendo in pratica diversi progetti con la canapa al centro.
In Piemonte è in discussione una legge a sostegno della canapicoltura, avete contribuito anche voi? In che misura?
E’ scontato, ma ci teniamo a sottolineare l’importanza della legge sulla valorizzazione della canapa ad uso agroindustriale. Come afferma Ivano Martinetti, consigliere regionale M5S, promotore di questa legge, “il via libera… E’ una vittoria fondamentale per un settore importante dell’economia piemontese con un futuro in crescita e tutto da scrivere”.
Dato il percorso che stava facendo la costituenda Cannaben, è stato naturale incrociare, ad un certo punto, l’iter legislativo. Il progetto della nostra startup comincia a prendere forma nel maggio 2020. Dopo aver eseguito un’analisi a tutto campo, territoriale, giuridica, industriale e di mercato, ho radunato un’equipe interdisciplinare che mi supportasse nello sviluppo del progetto. Punto di partenza il legame profondo col territorio e le sue tradizioni e la ferma convinzione che il livello tecnologico, le competenze e la sensibilità della nostra generazione, siano in grado di innescare quel cambiamento di cui abbiamo bisogno in questo momento. Da qui, con la forza di un gruppo di lavoro determinato, abbiamo eseguito un’analisi accurata sul territorio
riguardante la “situazione canapa” ai giorni nostri per poter valutare la realtà e, quindi, la fattibilità dello sviluppo di filiere circolari, in termini di utilità per il territorio stesso e per il suosviluppo economico. Lo scorso settembre abbiamo letto un articolo giornalistico sulla proposta di legge regionale in discussione in Consiglio sulla filiera della canapa. Andando ad esaminare il testo presentato ho subito notato due cose. Da una parte la necessità di adottare un linguaggio chiaro e che non fosse interpretabile, dall’altra l’assenza di un punto che definisca l’interesse pubblico nell’incentivare attività educative rivolte ai giovani. Ci
rendemmo, quindi, conto di poter contribuire con qualche osservazione al suo miglioramento. Un miglioramento non all’impianto della legge, ma alla terminologia usata incerti suoi passaggi in modo da eliminare ambiguità che potevano minarne l’efficacia o lasciar fuori alcuni attori minoritari della filiera. Questa legge, infatti, è un punto di partenza fondamentale, getta le basi per una regolamentazione certa e senza sbavature o zone grigie.
In che misura può essere utile alla crescita del settore canapa in Piemonte?
La canapa, come ben sappiamo, ha una gamma di utilizzo impressionante, spazia dall’agroalimentare alla bioedilizia. Si aggiunga poi che l’ambiente ne beneficia data la natura stessa di questa pianta (assorbe CO2, riduce l’uso di pesticidi, ha bisogno di poca
irrigazione…). Considerando tutte queste sue caratteristiche appare del tutto evidente quanto illogico sarebbe non inserirla tra le risorse importanti del futuro economico di questa regione e non solo. E’ in questa ottica che noi dobbiamo leggere lo stanziamento di 250mila euro per i prossimi 3 anni da parte della Giunta piemontese a sostegno di questa legge i cui obiettivi sono tanti e tutti importanti a partire dal raccordo delle filiere locali via via fino all’anagrafe dei produttori e alla tracciabilità dei prodotti. Con questa legge il Consiglio Regionale cerca di sintonizzarsi con la Transizione Ecologica e le politiche economiche che l’attuale governo vuole concretizzare in sinergia con i programmi UE.
Inutile dirlo: Cannaben, o meglio, le persone che ne fanno parte, è precursore e in sintonia con tutto questo, partecipando attivamente allo sviluppo di distretti eco-industriali, caratterizzandoli in funzione delle peculiarità e risorse proprie del territorio.
Da dove nascono le vostre competenze e qual è la vostra visione?
Pensare ad un futuro con una forte connotazione ambientale fa parte della storia di ognuno di noi, indipendentemente dagli studi specifici e dalle nostre origini famigliari o sociali. Per ciascuno di noi si è trattato di una scelta in base alla personale capacità di “interpretare il futuro”, e capire quanto le scelte di oggi siano base per il futuro. Sembra una frase scontata, ma, se ci riflettete un attimo sopra, vi renderete conto che mai come oggi, questa frase è densa di significato. In parole chiare per noi oggi non è più una questione di scelta, ma una necessità quella di intraprendere una strada diversa in cui l’economia sia circolare e
attenta agli sprechi, quando questi possono essere ulteriori risorse.
Nel dicembre 2013 l’Uruguay è stato il primo Governo al mondo a regolamentare l’industria della Cannabis Sativa L. in tutte le sue sfaccettature possibili. Quando si votava la legge in Uruguay, mi trovavo a Bruxelles in una riunione al Parlamento Europeo, costruendo le basi per trovare il consenso verso una legge comunitaria sulla canapa che sarebbe stata votata l’anno seguente. Qualche giorno dopo decisi di viaggiare verso il piccolo paese rioplatense dove sono riuscito a studiare e partecipare attivamente nel contesto locale e regionale. L’Uruguay fu il primo in questo senso. Su questo esempio seguirono le normative di Canada e Portogallo. Alla nostra conferenza interverrà l’On. Diego Martín Olivera Couto proprio per parlarci di questa normativa che, ancora oggi, è un esempio da seguire e che per molti Paesi è stata fonte di ispirazione. Interverrà pure Ken Alston della fondazione Ellen MacArthur uno dei padri del concetto di economia circolare.
E’ il momento adatto?
Il 2020 ha messo in luce, una luce cruda, tutta una serie di problemi e incongruenze nel comportamento dell’essere umano, nelle sue scelte, nel concetto stesso di sviluppo economico. E’ incontestabile il fatto che ci siamo rivelati del tutto impreparati. Le persone che oggi costituiscono il gruppo di Cannaben, hanno avvertito la necessità, non più procrastinabile, di partecipare in modo attivo al cambiamento e mettere a disposizione le proprie competenze , arricchite dall’esperienza personale di ognuno.Il nostro obiettivo è fare da ponte tra il passato e il futuro cogliendo ogni opportunità del presente. Abbiamo cercato alternative e, cercandole, abbiamo scoperto soluzioni. Per noi innovazione significa trovare un’applicazione pratica a una buona idea.
Quindi Cannaben cosa propone?
Il concetto base di Cannaben è la sostenibilità nella sua complessità cogliendone non solo i vantaggi ambientali, ma le nuove opportunità economiche e di valorizzazione socio-culturale. In primo luogo le materie prime di cui abbiamo cominciato ad occuparci, provengono tutte da fonti rinnovabili. I processi industriali sono basati su tecnologie innovative e a basso impatto ambientale in modo che il ciclo di vita utile di un prodotto, dall’inizio alla fine, sia realmente sostenibile. Noi di Cannaben ci siamo posti questo obiettivo: trovare soluzioni vagliando ogni passaggio di una filiera perché tutti gli attori, che di questa filiera fanno parte, abbiano garanzia che il loro prodotto proceda su una strada senza intoppi oltre che con un ritorno economico adeguato.
La canapa, appunto, presenta tutti i requisiti di cui abbiamo parlato. Il nostro obiettivo per il futuro è creare una filiera agile, pratica ed inclusiva che metta in contatto tutti gli attori coinvolti: dall’imprenditore agricolo al fornitore di tecnologie per la mietitura, fino alle aziende che della canapa lavorano il prodotto finale come la farina o la fibra.
Sappiamo che state organizzando una conferenza con ospiti internazionali, potete dirci di più?
Da sempre l’Uomo di fronte ad un cambiamento oppone resistenza e diffidenza. E’ un dato di fatto. Un cambiamento viene vissuto come un salto nel buio, un cammino pieno di incertezze perché poco si sa. Consapevoli di questo, noi di Cannaben abbiamo capito che occorreva informare, spiegare, dare la possibilità di porre domande. Da qui nasce la necessità di creare una zona facilmente accessibile a chi vuole capire e avere risposte per cominciare a pianificare un futuro diverso che consenta di entrare a pieno titolo nella transizione ecologica cogliendone anche le opportunità economiche. La nostra risposta è stata la creazione di una conferenza e, dati i tempi, una conferenza online molto articolata con relatori e tavole rotonde. Sfruttando la tecnologia e le varie piattaforme social, chi assiste da casa, può intervenire ponendo domande, esprimendo dubbi, chiedendo chiarimenti attraverso le varie chat messe a disposizione. La pandemia ha bloccato la possibilità di una conferenza in presenza? Proprio questo ostacolo ha accelerato lo sfruttamento e il perfezionamento delle conferenze online. Il titolo che le abbiamo dato, è fortemente evocativo: “Transizione Ecologica: soluzioni sostenibili da risorse rinnovabili”. Uno sviluppo sostenibile non significa un ritorno al passato, ma l’adozione di un sistema nuovo e coerente di fare impresa adottando i criteri di un’economia circolare, non inquinante, non impattante sull’ambiente, ma rispettosa degli ecosistemi, della biodiversità, delle comunità e delle culture proprie dei territori locali.
E’ importante spiegare come questo nuovo modo di fare impresa apra la strada ad una ripresa economica creando opportunità di guadagno, nuove professionalità e, quindi, posti di lavoro. Uno sviluppo veramente sostenibile si concretizza appieno con il supporto della tecnologia e delle sue costanti innovazioni. Non si fonda sulla competizione accanita, ma sull’inclusione, il confronto e la cooperazione tra le varie categorie di attori, nessuna esclusa.
Mario Catania